10 anni di morti in mare
10 anni fa la strage di Lampedusa, poi Mare nostrum fermò le morti in mare. Ma dal 2014 persi 1.100 bambini. Meloni attacca i giudici e cerca Scholz. La Ue sostiene Zelensky. Il Papa dissipa 5 "dubia"
Non è vero che ci sono sempre stati i morti nel Mediterraneo. Dieci anni fa, il 3 ottobre del 2013, subito dopo la tragedia di Lampedusa che aveva causato 368 vittime, l’Europa volle un’operazione militare della nostra Marina, che si chiamò Mare nostrum e che fermò la strage dei profughi. In quei dodici mesi non ci fu neanche un morto per naufragio. Lo ha ricordato nel suo intervento finale al convegno della fondazione Oasis a Milano Mario Mauro, che era allora Ministro della Difesa e in quella veste diede il via al pattugliamento umanitario per conto della Ue, vanto delle nostre forze armate. Lo ripete oggi su Avvenire e sul Manifesto don Mosè Zerai, che dal Canada ripercorre gli avvenimenti da dieci anni a questa parte e spiega come la cancellazione di Mare nostrum fece ripartire la mattanza dei profughi. Cinque mesi dopo la caancellazione, il 15 aprile del 2015, ci furono 800 morti. L’Europa ha scelto da allora la strada di chiudersi nella Fortezza. Le Ong hanno cercato di supplire agli sforzi di Mare nostrum.
Oggi, nel giorno del decimo anniversario della strage, i giornali riportano le parole violente della premier italiana Giorgia Meloni contro la sentenza del Tribunale di Catania, che ha applicato la Costituzione e le leggi europee, espressione, a suo parere, “di quel pezzo d’Italia che fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale”. Per la prima volta il governo non sarà presente al ricordo dei morti di Lampedusa. Dieci anni dopo l’Europa, e in essa l’Italia che vuole impedire il soccorso in mare anche da parte delle Ong, sono moralmente responsabili della strage continua. Secondo i dati delle Nazioni Unite dal 2014 a oggi nel Mediterraneo sono morte oltre 28mila persone, tra cui 1.100 bambini. Morti che non sono una fatalità, morti che si potevano evitare.
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