La Versione di Banfi

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"10 mila morti in 27 giorni"

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Bilancio impressionante delle vittime civili dopo l'attacco terroristico di Hamas ad Israele. L'operazione continua nella Striscia: Blinken, Usa, non ascoltato. Salvini fa flop. Papa amato in Italia

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Alessandro Banfi
nov 05, 2023
∙ A pagamento
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"10 mila morti in 27 giorni"
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Ultimo appuntamento con l’edizione ridotta della Versione, in occasione delle festività dei santi e morti. Trovate il link finale ai pdf degli articoli di ieri e oggi. L’antologia ragionata degli articoli torna domani.

Le forze armate israeliane hanno colpito anche la scuola delle suore del Rosario, del Patriarcato latino di Gerusalemme, nella zona di Tel al-Hawa, dentro la Striscia di Gaza. Lo conferma oggi sui giornali la religiosa Nabila Saleh, preside dell’istituto delle Suore del Rosario: «Danneggiato il grande cortile esterno». È stata anche colpita ieri una struttura gestita dall’Onu. Nel mirino anche alcune ambulanze, per gli israeliani usate in realtà dai capi di Hamas. La sostanza è che il martellamento su Gaza continua e coinvolge i civili. «L’operazione di terra non si ferma», spiegano i vertici dell’esercito israeliano. Gli esperti dicono: si va sempre più verso uno scenario di guerriglia urbana. Nessuna tregua, nessuno stop. Fa impressione il bilancio stilato da Cosimo Caridi sul Fatto di oggi: 10 mila i civili morti in 27 giorni, più delle vittime civili fatte dalla guerra in Ucraina in due anni.

La cattiva notizia è che la richiesta di pause umanitarie del segretario di Stato Usa Tony Blinken sia caduta nel vuoto, completamente disattesa dal governo israeliano. La buona notizia è che nell’atteso discorso del leader degli hezbollah Nasrallah non c’è stata la dichiarazione di guerra ad Israele. Il conflitto può essere contenuto. Resta comunque una grande tensione diplomatica e internazionale. Lo conferma la durezza del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha dichiarato non parlerà più con Benjamin Netanyahu: «La Turchia farà di tutto», ha detto, «per portare Israele davanti alla Corte penale internazionale per le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra».

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