643 morti sulla coscienza
L'Europa e il naufragio dei migranti in Grecia. Il Papa: "Il mare era calmo". Oggi direzione di un Pd diviso. Il Nyt: "I russi hanno sabotato la diga". Colloqui costruttivi Usa-Cina a Pechino
Ancora in primo piano il naufragio in Grecia che ha provocato più di 600 morti. Ieri papa Francesco ne ha parlato al primo Angelus in piazza san Pietro dopo il ricovero al Policlinico Gemelli, fermandosi a ricordare che il mare era “calmo”, quando il peschereccio è andato a picco. Come ad intendere che i soccorsi erano possibili. Oggi è anche la Giornata mondiale del Rifugiato voluta dalle Nazioni Unite. E aumenta la frustrazione di un’Europa impotente, i cui leader visitano i Paesi del Nord Africa, come la Tunisia, alla ricerca di una collaborazione impossibile. Proprio da Sfax arriva una testimonianza raccolta da Repubblica di un organizzatore dei barconi, di 29 anni, che preannuncia nuovi arrivi di migranti. Giustamente scrive oggi Anais Ginori, sempre su Repubblica: «La recente strage al largo della Grecia, dimostra che anziché focalizzarsi solo su come gestire i flussi migratori occorrerebbe fare di tutto per evitare nuove tragedie del mare, proteggendo donne, bambini e famiglie, ma anche l’onore del continente europeo. “Solidarietà” è una parola citata nella Costituzione e nella Carta dei diritti dell’Ue, troppo spesso dimenticata in questi ultimi anni». L’onore e l’identità del nostro continente non dovrebbero essere archiviati. Mancano le parole, scrive Enzo Bianchi, manca il coraggio di andare controcorrente rispetto allo spirito egoistico che sembra prevalere.
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