70 Casellati come 101 Prodi
I franchi tiratori fanno tramontare la candidatura del centro destra. La Versione del Venerdì, un commento alle cinque della sera
Nella vicenda del Quirinale, Matteo Salvini si è presentato come il king maker: colui che avrebbe determinato con la sua strategia, una volta ritiratosi Silvio Berlusconi, il nuovo Presidente della Repubblica. Ruolo molto ambizioso, che il capo della Lega ha vissuto con il consueto dinamismo. Pochissimi colloqui, tutti riservati, visite nelle case, blitz improvvisi. Il perfido Transatlantico, in assetto di seduta comune, lo ha ribattezzato il “citofonatore”. Alludendo alla continua girandola di contatti e di nomi di candidati. A metà fra l’iniziativa meritoria e la molestia. Stamattina Salvini ha tentato una forzatura: non perseguendo la rosa dei candidati di centro destra che pure aveva proposto, ha lanciato la seconda carica dello Stato, la presidente del Senato Elisabetta Casellati nell’agone, indicandola come candidata al Quirinale di tutto il centro destra.
Non è andata benissimo. Ieri i grandi elettori di centro destra (sulla carta 453) si erano astenuti in 441. Oggi, alla prima votazione, Elisabetta Casellati ha ottenuto solo 382 voti. Il che significa almeno 70 franchi tiratori nella coalizione. Un numero molto alto, non inaspettato. Vedremo se avremo il successore o la successora di Sergio Mattarella nei prossimi giorni.
Arrivati al venerdì pomeriggio della prima settimana di votazioni, la domanda che ci facciamo è semplice: possibile che non si sia riusciti a trovare un candidato, meglio donna che uomo, in grado di essere arbitro e quindi gradito a tutti i partiti che sostengono il governo e anche appoggiato da Fratelli d’Italia?
So bene che la democrazia parlamentare ha i suoi tempi e i suoi riti. Ma agli occhi dei cittadini sono diventati sempre meno comprensibili nel mondo nevrotico e veloce di oggi. Anche grazie alla ossessiva copertura mediatica, la sensazione è che queste elezioni si prolunghino in modo estenuante in un’enorme perdita di tempo e di credibilità della nostra Costituzione e della politica. Quanto poi ai voti burla, in molti sono sconcertati. Il Presidente della Regione Piemonte Cirio ha detto ad Aldo Cazzullo (riportato nei suoi tweet): «Non si ha idea di quanto la gente si incazzi per i voti burla. Mi chiamano artigiani di Cuneo, imprenditori di Biella: “a noi raddoppiano la bolletta e voi votate Nino Frassica!” Basta, l’elezione del presidente della Repubblica è una cosa seria».
Una cosa seria che va fatta con coscienza e senso delle istituzioni. Avendo come obiettivo il bene comune e non il proprio interesse.
PS: L’appuntamento con la rassegna del fine settimana è per domenica.