Accordo e disaccordo
Hamas accetta il negoziato, ma Israele ne nega i termini. Intanto si muovono 100 mila palestinesi da Rafah. Putin lancia un "bluff" atomico. Nuova strage sul lavoro. Jobs Act, Franceschini non firma
Qatar ed Egitto hanno annunciato ieri che Hamas accettava la tregua. Ma Israele ha subito detto che i termini dell’accordo proposti dai mediatori non erano condivisi da Tel Aviv. Anche se si arrivasse ad un accordo sono comunque le ore più delicate, come sempre accade, quando si tratta di chiudere un compromesso. Certo è che gli Usa spingono Benjamin Netanyahu ad accettare il cessate il fuoco e mirano ad impedire l’invasione di Rafah. Ieri intanto l’esercito israeliano ha lanciato volantini in arabo e diffuso sms in cui ha chiesto alla popolazione palestinese di Rafah, che stazionava nella parte orientale, di spostarsi di nuovo. È cominciato un nuovo esodo (vedi Foto del Giorno) che avrebbe già coinvolto più di 100 mila persone. Subito dopo ci sono stati nuovi raid e bombardamenti. Davide Frattini sul Corriere della Sera spiega che per il premier israeliano Benjamin Netanyahu è un momento delicato, il rischio è che se cede sulla tregua, potrebbe perdere il sostegno politico al suo governo. Alberto Simoni racconta allo stesso tempo il pressing di Washington. Ieri c’è stato anche un colloquio telefonico fra Joe Biden e Netanyahu. Per la Casa Bianca è essenziale chiudere quanto prima la crisi mediorientale, molto rischiosa in termini elettorali per il Presidente.
Diversa per Biden è la situazione in Europa e in Ucraina e il confronto con la Cina. Xi Jinping, in visita a Parigi da Emmanuel Macron, respinge le accuse che lo vogliono alleato della Russia in guerra. E allo stesso tempo ribadisce la sua linea sul commercio e sulle auto elettriche. Vladimir Putin, dopo la decisione del Congresso americano di finanziare ancora l’Ucraina e dopo le stesse minacce di Macron, lancia un’esercitazione con armi atomiche al confine. Per Anna Zafesova è un “bluff” per spaventare l’Occidente.
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