Accordo politico sul gas

Per i tecnici il price cap che arriva dalla Ue non è efficace. Ma Mosca reagisce male. Soddisfatta la Meloni. Kiev se la prende con Kissinger. Governo verso la fiducia sulla manovra. Condono in vista

Dopo tante settimane di discussioni, è stato annunciato ieri l’accordo europeo sul prezzo del gas. È un “meccanismo dinamico” che entrerà in azione da metà febbraio, quando il prezzo supererà i 180 euro a megawattora sul mercato di Amsterdam. A sentire gli esperti del settore, conta il segnale politico perché sono molti i dubbi sull’efficacia pratica della misura per le nostre bollette. La reazione immediata molto dura da parte del Cremlino però indica che per la Federazione russa possa essere una misura che creerà ulteriori difficoltà. Mosca rischia di diventare un esportatore di gas ora senza clienti, visto che rivolgersi alla Cina e all’Asia non potrà essere immediato. Giorgia Meloni è soddisfatta, l’Italia è stata premiata nella sua insistenza di puntare su una correzione comune del mercato. Davide Tabarelli, massimo esperto della materia, sulla Stampa di oggi, resta molto critico sulle scelte del nostro governo. Al di là della validità dell’accorso Ue sul tetto, gli italiani stanno risparmiando molto poco sul lato dei consumi, anche a paragone con gli altri Paesi europei, con la Germania in particolare. Aggiunge Tabarelli: “Sul lato della domanda si continua a dare sostegno ai consumatori finali, ma così le loro richieste non frenano, o calano poco, come invece sarebbe necessario per riportare i prezzi a valori più normali. Servirebbe fare di più sui combustibili alternativi, come ha fatto la Germania, che è tornata ai massimi sui consumi di carbone”.

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