Al via il Processo Roma
Conferenza di 21 Paesi di Europa, Africa, Medio Oriente con la presenza delle organizzazioni internazionali. Inizia così il nuovo Piano Mattei voluto da Meloni. Luci e ombre sui migranti
Va riconosciuto a Giorgia Meloni un grande sforzo diplomatico e cooperativo a livello internazionale in quello che da oggi si chiama “Processo Roma”. È il vero inizio del nuovo “Piano Mattei”, che prenderà forma definitiva il prossimo novembre, sempre nella capitale italiana. I rappresentanti dei Paesi del cosiddetto «Mediterraneo allargato» si ritrovano oggi a Roma per dare inizio a un processo importante di dialogo e di collaborazione. In tutto ci saranno 21 Paesi, rappresentati da capi di Stato, di governo o loro delegati. Ci sono i cinque Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo, direttamente interessati dagli sbarchi: Italia, Spagna, Grecia, Malta, Cipro. E con loro, a rafforzare il carattere europeo Ursula von der Leyen e Charles Michel. Poi il Medio Oriente e l’Africa, comprese le organizzazioni internazionali del sistema Onu (Unhcr, Iom, Fao, Wfp), e da Washington Fmi e Banca Mondiale, oltre ad altre istituzioni finanziarie multilaterali. A sentire chi ha preparato questa Conferenza l’obiettivo è molto ambizioso e appare nella strada migliore della cooperazione internazionale. Filtra infatti da alcuni diplomatici che la Conferenza intende operare «attraverso la pianificazione e la realizzazione congiunta di iniziative e progetti in sei settori: agricoltura; energia; infrastrutture; educazione-formazione; sanità; acqua e igiene». Sono tutti settori strategici, basti pensare all’agricoltura e all’educazione, dove gli italiani hanno storia ed esperienze, pubbliche e di privato sociale, molto rilevanti. Dai salesiani alle Ong, come Avsi, Save the Children, Emergency, CESVI e altri che già operano in questi Paesi… È vero che resta il nodo delle migrazioni e i rischi legati ad alleanze strategiche con regimi dittatoriali che, in cambio di finanziamenti, segregano, incarcerano e torturano i migranti, violando i diritti umani fondamentali. È la preoccupazione che persino papa Francesco ha espresso nell’Angelus domenicale di oggi e che non a caso era ieri sulla prima pagina dell’Osservatore Romano. Il Manifesto ha sintetizzato questa critica, sostenendo che la nostra premier segue il solco tracciato da Marco Minniti. Giorgia Meloni, nell’intervista serale di ieri al Tg1, annunciando la Conferenza ha detto: «Per governare le migrazioni occorre cambiare impostazione», rispetto «a chi diceva che non si dovevano difendere i confini e che l’immigrazione non poteva essere limitata, noi abbiamo cambiato impostazione». Giusto, per ora, darle credito. Come ha notato La Stampa di sabato, la Conferenza di oggi non è certo un’iniziativa sovranista.
Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde: