Alba di guerra
Putin annuncia l'attacco alle 4 di mattina ora italiana. Iniziati i bombardamenti. Ferma condanna di Draghi e di tutti gli occidentali. Riunioni d'emergenza del G7 e della Ue. Che cosa farà la Nato?
Vi invio questa rassegna stampa via newsletter con qualche minuto di ritardo, perché è stata un’alba drammatica. Un’alba di guerra. Alle quattro del mattino ora italiana, le sei di Mosca, Vladimir Putin ha annunciato “l’operazione militare” dell’esercito russo in Ucraina. La parola è passata alle armi. Sono già state bombardate una serie di città, fra cui anche Kiev, in un attacco in grande stile dell’esercito russo. Anche se per ora sembra di capire che sul terreno avanzino le truppe dei ribelli filo russi. Le città colpite per ora sembrano tutte a ridosso delle Repubbliche separatiste del Donbass. Immediate le reazioni nel mondo. Draghi ha subito condannato l’attacco militare e lo ha giudicato “ingiustificabile”. Ci saranno riunioni di emergenza oggi a livello europeo. Convocato un G7 straordinario.
Gli Stati Uniti, che pure hanno previsto l’attacco con precisione, non interverranno direttamente per difendere l'Ucraina. Il motivo è semplice e, come dice oggi il Corriere, è stato spiegato dal presidente Joe Biden: «Se russi e americani cominciano a spararsi, significa che è scoppiata la Terza guerra mondiale». Che cosa farà l’Europa? E la Nato? Lo capiremo nelle prossime ore. Anche perché si capirà meglio la strategia militare sul terreno di Putin. Qual è l’obiettivo bellico delle truppe russe? Kiev o solo il pieno controllo del Donbass e della Crimea?
Resta l’appello addolorato di Papa Francesco per la pace. Che ha chiesto digiuno e preghiera. Ieri Andrea Tornielli ha scritto per Vatican News un commento che riflette gli umori nella Santa Sede. In cui si chiariva che «la responsabilità della guerra è sempre di chi la fa invadendo un altro Paese». Ma Tornielli poi aggiungeva: «C'è però da domandarsi: qual è la strada per trovare una soluzione pacifica? Va ricercata dentro gli schemi bellici delle alleanze militari che si espandono e si restringono o piuttosto in qualcosa di nuovo in grado di farsi anche carico degli errori del passato (che non stanno da una parte sola) restituendo una prospettiva realistica alla speranza di una diversa convivenza fra i popoli?».
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