Albania e ritorno
I giudici di Roma fanno rientrare i 7 migranti spediti in Albania nel secondo tentativo. Meloni insiste: ricorso in Europa e in Cassazione. Negata la telefonata Trump-Putin. Lite sui cortei a Bologna
Dunque anche il secondo tentativo di trasportare alcuni migranti da Lampedusa in Albania è finito con uno stop dei giudici di Roma. I sette richiedenti asilo sono ripartiti ieri sera dal porto di Shengjin su un mezzo della Guardia Costiera. Un’andata e ritorno scontata per tutti gli esperti giuridici. Il nuovo decreto del governo sui Paesi sicuri non può infatti cancellare la sentenza europea. Lo si sa dall’inizio. Per i magistrati della sezione migrazioni del Tribunale di Roma, che ieri dovevano convalidare il fermo, si è anzi creata un’“incertezza” che va sottoposta alla Corte di Giustizia europea. Anche il governo ricorrerà in quella sede ma prima è attesa la sentenza della Cassazione per il 4 dicembre. Giorgia Meloni è comunque decisa ad andare avanti e a non abbandonare il modello Albania. L’esecutivo insiste anche perché l’idea dell’esternalizzazione piace in Europa e ancor di più è gradita dall’America anti-migranti di Donald Trump. Certo, il diritto e la tradizione europei non possono essere cancellati in un colpo solo. E tuttavia il governo socialista-popolare-liberale di Von der Leyen è sembrato apprezzare molto finora il tentativo di Meloni. Vedremo che cosa accadrà entro la fine dell’anno.
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