La Versione di Banfi

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Anche Yemen e Siria

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Israele apre altri due fronti dopo Gaza e il Libano. Pronti all'invasione di terra? Trovato Nasrallah, designato il successore. Zelensky fiducioso. Papa Francesco: la difesa deve essere proporzionata

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Alessandro Banfi
set 30, 2024
∙ A pagamento

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Con gli ultimi raid Israele ha aperto ora quattro fronti di guerra: oltre a Gaza, ci sono il Libano, lo Yemen e la Siria. Lo scenario è di una guerra “regionale” a vasto raggio. Ma su tutto pesa l’incognita del confronto con l’Iran, vero ispiratore e alleato di Hezbollah. E quindi, mentre i soccorritori trovano il corpo di Hassan Nasrallah fra le macerie e viene designato un suo cugino come successore (vedi Foto del Giorno), la domanda che tutti si pongono è se ci sarà un’invasione di terra dell’esercito israeliano. Fabio Tonacci su Repubblica racconta delle colonne di mezzi nei pressi del confine, pronti a muovere. L’Iran, al suo interno è diviso come spiega Greta Privitera, fra chi vorrebbe intervenire direttamente e chi invece non vuole cadere nella trappola israeliana. Poi c’è il fattore americano, anche qui incerto fra il pressing della diplomazia per rilanciare la tregua dei 21 giorni (proposta insieme alla Francia), e il sostengo obbligato all’alleato israeliano. Come è accaduto a Gaza, anche il Libano sta entrando in una pesante crisi umanitaria. A proposito, qui trovate l’appello di AVSI per donare a favore della popolazione libanese colpita dall’emergenza.

Papa Francesco, sull’aereo di ritorno da Belgio e Lussemburgo, ha ribadito con forza il principio che aveva illustrato nei giorni scorsi il Segretario di Stato vaticano, il cardinal Parolin, di fronte all’Assemblea generale dell’Onu. La difesa non è più legittima se non mantiene una proporzione con l’attacco subito. La mente va subito a Gaza e al Libano. In effetti politica e diplomazia non lasciano spazio alla “guerra assoluta”, come la chiama oggi in un brillante commento per La Stampa Massimo Cacciari. Il filosofo è tornato, in questo articolo, su alcuni concetti espressi giovedì scorso alla Conferenza internazionale di Oasis a Milano, quando ha ricordato “la preghiera di Abramo”, simbolo del dialogo fra le tre religioni. Dov’è l’Europa della politica e del compromesso quando prevale il conflitto?

Finisce qui anche settembre e fra otto giorni sarà un anno dall’attacco di Hamas. Sale l’allerta anche in Italia per le minacce di stampo anti-semita (ironica e saggia Liliana Segre) e sale la tensione dopo il divieto, deciso dal Ministero degli Interni, di manifestazioni in piazza.

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