La Versione di Banfi

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Armi atlantiche

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I Paesi europei accettano le richieste di Trump e fanno decollare le spese militari dei prossimi 10 anni. Per Meloni non si perderà un euro per altre prorità. A Gaza catastrofe: 410 uccisi per il cibo

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Alessandro Banfi
giu 26, 2025
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Armi atlantiche
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Non si capisce se il grande riarmo celebrato oggi dai nostri giornali sia una necessità comune dell’Europa (come scritto nel piano di Mario Draghi) in un mondo dove gli Usa e la Nato non garantiscono più la sicurezza oppure se sia il nuovo obbligo richiesto da un alleato che ci taglieggia, il “nuovo sceriffo” (copyright JD Vance) che svuota le tasche ai suoi sudditi oltreoceano. A leggere che cosa ha detto ieri Donald Trump agli spagnoli, gli unici a resistere alle pretese atlantiche, “avranno dazi doppi”, e ad apprendere come lo ha adulato il segretario generale della Nato Mark Rutte, chiamandolo “paparino” e scrivendo: «Caro Donald congratulazioni per la tua azione cruciale in Iran, una cosa che nessuno avrebbe osato fare», vien da dire che si tratta decisamente della seconda ipotesi. Del resto, il presidente Usa l’ha presentata come una svolta “storica”. Ha anche esaltato i bombardamenti sull’Iran (decisivi come Hiroshima, ha detto proponendo un parallelo da brivido), ha strizzato l’occhio a Volodymyr Zelensky sui missili per l’Ucraina, ma non ha firmato la dichiarazione contro Vladimir Putin.

L’Italia si è schierata con The Donald invece che con la Spagna, anche se Giorgia Meloni si è affrettata a spiegare che è tutto a posto. Scrive oggi il Corriere riportando le sue dichiarazioni: «Gli impegni a portare al 5% del Pil in dieci anni la spesa per la difesa sono “necessari” e “sostenibili”. Sono “impegni significativi e sostenibili per l’Italia, spese necessarie per rafforzare la nostra difesa e la nostra sicurezza, in un contesto che lo necessita, ma in una dimensione che ci consente di assumere gli impegni sapendo che non distoglieranno neanche un euro dalle altre priorità a difesa e tutela degli italiani”». Sarebbe interessante capire quanti italiani ritengano oggi una “priorità” spendere tanti miliardi in armi, compromettendo i nostri bilanci pubblici nel prossimo decennio.

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