Assedio a Netanyahu
Proteste dei parenti degli ostaggi. Scontro con Usa, Ue e Paesi arabi. I rischi sulla Memoria di sabato 27. Missione navale militare di Italia, Francia, Germania nel Mar Rosso. Piano Mattei in arrivo
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu appare assediato. All’esterno da Stati Uniti, Paesi arabi e da oggi anche dall’Unione Europea, che invitano Israele a trovare una forma di convivenza con i palestinesi, nella prospettiva dei due Stati. All’interno da un’opinione pubblica che chiede un’iniziativa, dopo 110 giorni, per riportare a casa gli ostaggi, ancora nelle mani dei terroristi di Hamas. Ma Netanyahu tiene duro e se possibile rende esplicito ciò che finora non aveva mai detto in modo così diretto: nella sua idea di Israele non c’è spazio per i palestinesi, non solo per Hamas, con cui non vuole trattare. Da Gaza la notizia è che, finito finalmente il blackout, il conto delle vittime palestinesi ha superato le 25 mila. Un numero impressionante, come ha fatto notare ieri il segretario generale dell’Onu.
Fra cinque giorni cadrà la Giornata della Memoria, appuntamento che rischia quest’anno di essere fortemente condizionato dallo scenario internazionale. Ne scrive Paolo Mieli sul Corriere della Sera, che cita i disordini all’apertura di VicenzaOro e un incontro dell’Anpi in Toscana. Restano le critiche al governo Netanyahu che non possono essere automaticamente tacciate di anti-semitismo.
Intanto l’Italia sta entrando in una missione militare navale nel Mar Rosso senza precedenti. È infatti l’Unione Europea che si avvia a lanciare una delle più importanti operazioni congiunte della sua storia, con il nostro Paese in prima fila, insieme a Francia e Germania. Oggi la proposta della missione navale sarà sul tavolo del Consiglio Affari Esteri. L’obiettivo di Bruxelles è approvare in via definitiva la missione nella riunione dei ministri degli Esteri del prossimo 19 febbraio. Ma oggi si entrerà già nel vivo del dossier. Il fine è proteggere il commercio in questa area. Il rischio è che si allarghi ulteriormente il conflitto mediorientale, saldandosi con un arco di crisi che potrebbe arrivare fino alla stessa Ucraina.
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