Assedio all'ospedale
Da Gaza appelli drammatici dei sanitari: 37 neonati a rischio. Riunione dei Paesi arabi a Riad, che si dividono. Dialogo fra imam e rabbino su Avvenire. Schlein riempie la piazza. Indi, via gli aiuti
Appuntamento domenicale con l’edizione ridotta della Versione. Trovate il link finale ai pdf degli articoli di ieri e oggi. L’antologia ragionata degli articoli torna domani.
Immagini e notizie che arrivano dalla Striscia ci mettono ancora a disagio. Mohammed Zaqout direttore generale degli ospedali della Striscia lancia dalla Stampa un appello drammatico: «La situazione è veramente molto critica», dice al giornale italiano, «specie all'ospedale Al-Shifa, non c'è elettricità, il cibo scarseggia, non c'è acqua, le medicine rimaste sono poche e non sappiamo come fare. Ci sono 37 neonati in incubatrice, ma bisogna ventilare a mano perché non c'è elettricità. Non arriva nulla all'ospedale, nessuno può raggiungerci, non abbiamo nulla, ci sono continui bombardamenti». Israele è convinta che alcuni terroristi di Hamas si nascondano nei pressi o nei sotterranei dell’ospedale e insistono con le operazioni militari a Gaza.
Ieri c’è stata una riunione a Riad in Arabia Saudita di un inedito vertice congiunto islamico-arabo, i maggiori leader dei Paesi del Golfo e del Nord Africa si sono riuniti per trovare una posizione comune. Ha fatto notizia la posizione durissima dell’Iran, ma in realtà i Paesi arabi si sono dimostrati ancora una volta divisi: In ballo non c’è solo il riconoscimento di Israele. A dividerli c’è una concezione diversa dello Stato e dell’Islam politico, come sottolinea Gabriella Colarusso oggi su Repubblica. La dichiarazione congiunta finale è stata sostanzialmente articolata in tre punti: la richiesta al Consiglio di sicurezza dell’Onu di adottare «una risoluzione decisiva e vincolante» per porre fine all’«aggressione» israeliana nella Striscia di Gaza, consentire un maggiore afflusso di aiuti umanitari e, infine, fermare le esportazioni di armi dei Paesi verso Gerusalemme. Da Beirut Hassan Nasrallah, il leader del movimento sciita Hezbollah, ha lanciato la sua invettiva contro Israele, minacciando una nuova escalation.
Avvenire oggi propone un bel dialogo fra l’imam islamico Yahya Pallavicini e rav Alfonso Arbib, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana. Dalle religioni è proposta una via comune per la riconciliazione dei due popoli. Il rabbino Arbib dice: «Le due fedi devono ribadire con determinazione che non si può uccidere in nome di Dio». L’imam Pallavicini aggiunge: «I due Stati? Non devono diventare un alibi per alimentare separazione e nazionalismi».
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