Attacco all'alba
Israele colpisce la base militare iraniana di Esfahan. Rischio escalation. L'Onu blocca il voto sulla Palestina. I 27 Ue divisi sul piano Letta, Mario Draghi "filosofo". Salis candidata per i Verdi
Cinque ore fa Israele ha attaccato l’Iran. Secondo le informazioni dell’ultima ora, è stata colpita dai missili di Tel Aviv una base militare iraniana a Esfahan. Teheran ha precisato ufficialmente: “I siti nucleari sono in sicurezza”. Gli Usa erano stati avvisati in anticipo del raid, senza però avallarlo, dicono le fonti diplomatiche. Esplosioni sono state registrate anche nel sud della Siria. I giornali di oggi, come capita in questi casi, sono completamente superati dagli avvenimenti. I più prevedono ancora un attacco militare a Rafah, com’era stato fatto filtrare, che invece per ora non è avvenuto. Domenica inizia la Pesach, la Pasqua ebraica, e il colpo di reazione israeliano arriva prima della pausa festiva. Nei primissimi commenti, il governo israeliano sottolinea che si è trattato di un “attacco limitato”. Le prossime ore ci diranno quanto l’Iran condivide questo giudizio. Come ha commentato a caldo il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto, “si tratta di scongiurare un’altra escalation”. Il rischio gravissimo è che il susseguirsi delle ritorsioni non finisca qui.
Ieri all’Onu il Consiglio di sicurezza ha fermato un voto sul riconoscimento della Palestina, per l’opposizione di Stati Uniti e Gran Bretagna. È la riprova che il nodo palestinese resta legato. Oggi Avvenire propone un reportage di Nello Scavo da Betlemme che descrive la situazione drammatica dei territori occupati. L’ex ministra degi Esteri e della Giustizia nei governi israealiani del passato, Tzipi Livni, dice in un’intervista al Corriere della Sera: “Netanyahu sbaglia, dobbiamo collaborare con Abu Mazen, con i palestinesi che si sono dimostrati nostri alleati”. Nuova pagina di diario da non perdere di Sami al-Ajrami, uscito dalla Striscia di Gaza dopo sei mesi.
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