Attacco dell'Iran
181 missili su Israele ma lo scudo regge e sono inefficaci. Attentato a Jaffa. Bibi promette vendetta, timori di un'escalation. Libano in ginocchio. Il Papa per la pace. Conte liquida il campo largo
La guerra non si ferma. Anzi cresce, si propaga, si contagia. Ieri è stato l’Iran a lanciare un pesante attacco in grande stile, con 181 missili destinati a colpire Israele. Lo scudo protettivo israeliano, con l’appoggio degli americani e dei giordani, ha impedito che il bombardamento partito da Teheran fosse in alcun modo efficace. Si registra un solo morto palestinese a Gerico e nessun danno di rilievo. Un’ora prima circa dell’attacco missilistico c’è stato un attentato a Jaffa di due terroristi arabi che hanno ucciso sei persone e ne hanno ferito gravemente altri, colpiti a caso nella folla serale, prima di essere abbattuti dalla polizia. La tensione è altissima, perché Benjamin Netanyahu ha già promesso una risposta dura all’Iran. Europa e Usa temono l’escalation. La maggior parte dei commentatori oggi sottolinea che Teheran ha fatto trapelare alla Russia e agli Stati Uniti l’intenzione di portare il nuovo attacco missilistico su Israele, in qualche modo avvertendo anche gli israeliani. Greta Privitera sul Corriere scrive che l’orgoglio ferito per le esecuzioni mirate e l’umiliazione degli alleati hezbollah da parte di Israele ha spinto la Guida Suprema Khamenei a soddisfare la voglia di rappresaglia degli ayatollah. Mentre lo stesso Pezeshkian sarebbe stato avvertito all’ultimo dell’offensiva militare. Vedremo se davvero l’attacco della scorsa notte sarà l’inizio di una nuova guerre fra Iran e Israele o solo una rappresaglia simile a quella dello scorso aprile. Molto dipende da che cosa ora farà il governo Netanyahu, che ha appena aperto il fronte dell’invasione di terra in Libano. Libano peraltro nel caos, dove interi villaggi e città vengono evacuati e dove la popolazione è risentita anche contro gli stessi hezbollah.
Il nostro governo è in ansia per quello che sta accadendo. Ieri in un vertice a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha confermato la posizione italiana per una soluzione diplomatica. Oggi Antonio Tajani parteciperà al “Quint”, la riunione dei ministri degli Esteri di Usa, Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia. Washington ufficialmente è al fianco dell’alleato Israele ma continua a sperare in una tregua di tre settimane in Libano e a Gaza. Ieri papa Francesco è tornato sul tema della pace, alla veglia di preghiera di inizio Sinodo, nella quale è intervenuta anche una suora della comunità fondata da padre Paolo Dall’Oglio: “Non vi rassegnate alla guerra. I popoli vogliono la pace”.
Sul fronte dell’altra guerra, c’è da dire che i russi avanzano nel Donetsk, mentre a Bruxelles c’è stato il cambio della guardia fra Jens Stoltenberg e Mark Rutte al vertice della Nato. Rutte ha confermato la linea del predecessore a fianco dell’Ucraina, esprimendosi a favore dell’uso delle armi anche in territorio russo. Anche se ha ricordato che la decisione spetta ad ogni Paese.
In Italia la politica è scossa dalla pesante rottura di Giuseppe Conte, che ha decretato finito il campo largo. Ufficialmente l’opposizione al governo Meloni è divisa e quindi non competitiva elettoralmente: non c’è alternativa al governo di centro destra. Conte ha compiuto lo strappo, parlando nel salotto televisivo di Bruno Vespa, in quella Rai che vede ormai coinvolti i 5 Stelle a pieno titolo. A proposito di viale Mazzini, ha esordito il nuovo Consiglio d’amministrazione e si è compiuta la staffetta tra Rossi e Sergio, mentre Simona Agnes come presidente dovrà attendere il voto della Commissione di vigilanza.
Oggi il Consiglio dei ministri, superate le divergenze fra i partiti, dovrebbe varare le nuove norme sui migranti. E in particolare sui flussi, il click day, le quote delle badanti ma potrebbe anche introdurre nuove norme restrittive sulle Ong. Si profila un nuovo regalo a Salvini sotto processo.
Oggi La Versione di Banfi, come sempre di mercoledì, è APERTA A TUTTI GLI ABBONATI. Per chi voglia leggere la Versione integralmente ogni mattina può abbonarsi anche subito cliccando qui:
LA FOTO DEL GIORNO
Nell’immagine un razzo iraniano intercettato ieri sera nel cielo di Tel Aviv. Il nuovo attacco missilistico ha fatto una sola vittima palestinese. Attesa la risposta israeliana.
Foto: Ansa/AFP
Vediamo i titoli sui giornali di oggi.
LE PRIME PAGINE
Il Medio Oriente ancora in fiamme. Il Corriere della Sera annuncia: L’Iran attacca, scudo di Israele. Per La Repubblica è: La vendetta dell’Iran. La Stampa corre alle conseguenze: Iran-Israele, adesso è guerra. Anche Il Giornale ha la stessa lettura: L’Iran entra in guerra. La parola guerra ricorre anche nel titolo di Avvenire: Iran in stato di guerra. Il Messaggero è oggettivo: Iran, pioggia di fuoco su Israele. Il Fatto si fa prendere la mano e vede un successo militare di Teheran: La rappresaglia dell’Iran buca lo Scudo di Israele. Esattamente l’opposto di quanto scrive Libero: La pallottola spuntata dell’Iran. E anche il Domani, che per una volta concorda con l’altro schieramento: I missili degli ayatollah su Israele. La vendetta “a salve” dell’Iran. La Verità teme l’allargamento del conflitto: L’azzardo finale dell’Iran. Ora è guerra con Israele. Così come il Manifesto: Escalation per l’inferno. Il Quotidiano Nazionale va sui guai dell’automobile: Tonfo Stellantis, Tavares alla Camera. E anche Il Sole 24 Ore ci aggiorna su una caduta dell’industria: Crolla la domanda di robot: -26%.
L’ATTACCO DELL’IRAN: 181 MISSILI SU ISRAELE
Nonostante la propaganda di Teheran, il nuovo massiccio attacco con i missili partiti dall’Iran e diretti sulle città israeliane non fatto danni e una sola vittima, un palestinese di Gerico. La cronaca è di Davide Frattini.
ANALISI MILITARE DELLE “LANCE” DI TEHERAN
Perché lo scudo di Israele, con l’aiuto degli americani e dei giordani, ha funzionato al 99 per cento, rendendo inefficace la pioggia di missili dall’Iran. L’esperto militare del Corriere Guido Olimpio.
I TIMORI DEL GOVERNO: “SERVE UNA DE-ESCALATION”
Adalberto Signore per il Giornale raccoglie le preoccupazioni di Palazzo Chigi in queste ore. In un vertice a Palazzo Chigi viene condannato l’attacco iraniano. Telefonata della Meloni col premier libanese. Oggi Tajani alla riunione del Quint.
LA REAZIONE DEGLI USA: “PIENO SOSTEGNO A ISRAELE”
A Washington, che sapeva dell’attacco, si sottolinea che è stato “inefficace” e che ora tocca ad Israele scegliere la strategia di risposta a Teheran. Ma gli Usa sono ancora per la tregua in Libano e a Gaza. Paolo Mastrolilli per Repubblica.
SECONDO ATTACCO SHOW PER SODDISFARE I PASDARAN
Khamenei dà il via libera al nuovo attacco ferito nell’orgoglio e per placare i più estremisti. Il moderato Pezeshkian avvertito all’ultimo dell’offensiva su Israele. Il punto sull’Iran è di Greta Privitera per il Corriere della Sera.
GUOLO: “RAPPRESAGLIA ANNUNCIATA PER EVITARE IL PEGGIO”
L’esperto Renzo Guolo sostiene: «Gli iraniani hanno fatto trapelare l’imminente attacco per contenerne le conseguenze. L’obiettivo del regime è di riuscire a riprodursi: non ha bisogno di un conflitto che porterebbe a una sua crisi letale». Luca Geronico per Avvenire.
BREMMER: “RISCHI AUMENTATI MA TEHERAN NON VUOLE LA GUERRA”
Viviana Mazza sul Corriere della Sera intervista lo stratega Usa Ian Bremmer. Che dice: “I rischi di un’escalation verso un conflitto più ampio sono aumentati. Ma gli iraniani non lo vorrebbero. Vedremo o come sarà la risposta israeliana”.
ATTENTATO A JAFFA POCO PRIMA DEI MISSILI
Due terroristi arabi fanno una strage a Jaffa, poco prima dell’attacco missilistico. Sei uccisi tra la folla, gli attentatori ripresi dalle telecamere e abbattuti dalla polizia. Fabio Tonacci per Repubblica.
IL LIBANO COLPITO, CRISTIANI CONTRO HEZBOLLAH
Il Libano è in guerra. Ancora bombardato e percorso dalle truppe di terra israeliane, che continuano a lanciare incursioni per preparare una invasione più ampia. La rabbia dei cristiani contro hezbollah. Per Repubblica Gabriella Colarusso.
LE VOCI DAL LIBANO: “DOVE POSSIAMO ANDARE?”
Beirut è diventato un immenso campo profughi. Camille Eid raccoglie per Avvenire le testimonianze drammatiche dei profughi libanesi, costretti a lasciare le proprie abitazioni.
ILAN PAPPÉ: “ISRAELE DEVE METTERE FINE ALL’OCCUPAZIONE”
Parla alla Stampa lo studioso israeliano, critico del sionismo, Ilan Pappé. Che dice: “Israele non avrà mai pace e sicurezza, finché non metterà fine all’occupazione del territorio dove vivono milioni di palestinesi”. Francesca Paci.
AVSI IN LIBANO: EDUCARE PER LA PACE
Il segretario generale di Avsi Gianpaolo Silvestri ha scritto un commento per il Corriere della Sera sull’importanza dell’educazione per promuovere la pace. La Ong sta raccogliendo aiuti per le popolazioni libanesi, qui trovate le modalità di adesione.
I RUSSI AVANZANO NEL DONETSK
I russi entrano a Vuhledar, città chiave del Donetsk. Era un bastione ucraino fin dal 2014. Ora Vladimir Putin può puntare alla conquista dell’intero Donbass. Per il Corriere Lorenzo Cremonesi.
NATO, ARRIVA RUTTE
A Bruxelles passaggio di consegne, al vertice dell’Alleanza Atlantica, tra Jens Stoltenberg e l’ex premier olandese Mark Rutte. Il nuovo segretario non cambia linea sull’Ucraina: l’autorizzazione a usare le armi in Russia spetta però a ogni Paese.
CONTE CONTRO IL CAMPO LARGO
Veniamo alle vicende italiane. Giuseppe Conte, dal salotto televisivo di Bruno Vespa, distrugge la prospettiva del campo largo. Non farà mai alleanze con gli altri partiti di opposizione. Adriana Logroscino per il Corriere.
OGGI AL CDM LE NUOVE NORME SUI FLUSSI
Superate le divergenze di una settimana fa, oggi torna in Consiglio dei ministri il decreto flussi sull’ingresso dei migranti nel nostro Paese. Previste nuove norme su ong, badanti e stagionali. La cronaca è del Manifesto.
DESIGNATI I NUOVI VERTICI RAI
Nuovo Consiglio d’Amministrazione e staffetta ai vertici fra Rossi e Sergio per la Rai. Per nominare Simona Agnes presidente ci vuole l’approvazione della Commissione parlamentare di vigilanza. Antonella Baccaro per il Corriere.
PARLA ASSANGE: HO DIFESO IL GIORNALISMO
Le altre notizie dall’estero. Julian Assange ha fatto il suo primo discorso da uomo libero all’Assemblea di Strasburgo. “Sono libero oggi perché, dopo anni di prigionia, ho patteggiato il reato di giornalismo”. Stefania Maurizi per Il Fatto.
BARNIER: PATRIMONIALE PER I PIÙ RICCHI
Discorso programmatico all’Assemblea nazionale per il nuovo premier francese Michel Barnier. Che annuncia misure drastiche per rientrare dal deficit anche sulle aziende e sui grandi patrimoni. Riccardo Sorrentino per Il Sole 24 Ore.
LA VEGLIA PRE-SINODO: “AMMETTIAMO GLI ERRORI”
Papa Francesco ha guidato ieri la veglia di preghiera per l’inizio del Sinodo. La Chiesa deve “ammettere gli errori per essere credibile”. Ha parlato anche suor Deema Fayyad, siriana, della comunità fondata da padre Paolo Dall’Oglio. La cronaca è di Gianni Cardinale per Avvenire.
IL CAMMINO DELLA PACE DA ASSISI 1986
Il Santo Padre firma la prefazione al nuovo libro di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Le parole della pace: «Testimonia il lungo cammino che si snoda dall’Incontro interreligioso per la pace di Assisi del 1986 fino ai giorni nostri».