Biden si ritira?
Potrebbe già accadere nelle prossime ore. Trump chiude la Convention. Von der Leyen eletta senza i voti di Meloni: il suo nemico è Orban. Vannacci impresentabile. Renzi e Pier Silvio mirano al centro
Ursula von der Leyen è stata riconfermata Commissaria europea dal parlamento di Strasburgo. Ha ottenuto 401 voti, che teoricamente sarebbero quelli della sua maggioranza, formata da popolari, socialisti e liberali macroniani. Ma il computo dei franchi tiratori dimostra come siano stati decisivi i 50 sì dei Verdi. I partiti della maggioranza di governo a Roma si sono divisi: Forza Italia ha votato sì, Lega e Fratelli d’Italia hanno votato no. Giorgia Meloni, dopo molte indecisioni, pur lasciando libertà al gruppo Ecr dei Conservatori (sei hanno votato Ursula) ha preferito esprimere voto contrario, visto che l’appoggio dei Verdi aveva reso Fratelli d’Italia irrilevanti. Nel suo discorso Von der Leyen ha concesso qualcosa ai Verdi, attenuando la revisione del Green deal. Allo stesso tempo ha dato ad Emmanuel Macron speranze sul fronte dei nuovi aiuti alle imprese su questo tema. Sui migranti è parsa dar ragione a Giorgia Meloni e forse pensando all’Italia ha ipotizzato un Commissario per il Mediterraneo. Il punto chiave del suo discorso comunque è stato il sostegno all’Ucraina e lo schieramento anti Mosca. L’unico vero nemico di Ursula è Viktor Orban.
In Italia la Lega esulta per il no di Meloni, Forza Italia (con Tajani che ha “festeggiato” con Prodi e Letta) getta acqua sul fuoco. Il leader leghista su Ursula ha parlato di «ennesimo inciucio» e di «schiaffo a colpi di nuove tasse green, sbarchi e guerra, contro il voto di milioni di cittadini che chiedevano un cambiamento netto».
Per i leghisti non è stata però una giornata davvero felice in Europa. Il generalissimo Roberto Vannacci è stato clamorosamente bocciato dai Patrioti di Marine Le Pen e Viktor Orban: non sarà vice capogruppo. È impresentabile anche per loro. È stata bocciata la destra da bar, considerata censurabile anche da lepenisti e ungheresi. Vannacci ha replicato in modo non elegante: «Diciamo che il nostro è un gruppo fluido».
Nelle stesse ore a Parigi, si registra un’altra vittoria di Emmanuel Macron: alla prima riunione dell’Assemblea Nazionale è stata riconfermata la presidente uscente, mentre è stato battuto l’anziano candidato “comunista” lanciato da Jean Luc Mélenchon.
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