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Bombe e cecchini sui profughi

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Bombe e cecchini sui profughi

La tregua, dopo due ore, fallisce e gli ucraini in fuga diventano facile bersaglio. Sforzi diplomatici: ieri il premier israeliano a Mosca, oggi ci prova Erdogan. Pacifisti in piazza. Parla la Arslan

Alessandro Banfi
Mar 6, 2022
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Bombe e cecchini sui profughi

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Doveva essere ieri il giorno dell’evacuazione di Mariupol. Ma, come racconta Nicastro sul Corriere, dopo un po’, sono cominciare a piovere bombe sui cittadini che volevano scappare dalla città. Ucraini con le povere cose di una intera vita radunate in fretta. La tregua è durata due-tre ore. La foto simbolo che riportano molti giornali in prima pagina è quella di una folla ordinata e silenziosa, che aspetta sotto un ponte semi crollato. Il mondo si è reso conto di quello che sta accadendo, di che cosa rischiano gli ucraini in fuga continuo bersaglio degli infiltrati russi, anche attraverso il video racconto dei giornalisti di Sky News. Il reporter Stuart Ramsey, il cameraman Richie Mockler e tre produttori erano diretti nella cittadina di Bucha, a 30 km da Kiev, e hanno subito un agguato: proiettili a raffica hanno colpito il loro veicolo, ferendo un giornalista alla schiena. Riusciti a uscire dalla macchina, si sono rifugiati in una fabbrica nelle vicinanze, da dove poi sono stati portati in salvo dalla polizia ucraina.

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