La Versione di Banfi

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Bombe sulla mediazione

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Bombe sulla mediazione

I russi bombardano l'ospedale dei bambini di Mariupol. Alla vigilia del primo vero vertice diplomatico che inizia in Turchia. Durissimo Zelensky. Ma i mercati sperano nella pace. Summit a Versailles

Alessandro Banfi
Mar 10, 2022
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La vigilia del primo vero appuntamento diplomatico, dopo 14 giorni di guerra, è fatta di sangue e bombe. Bombe sui bambini dell’ospedale pediatrico di Mariupol: uno choc per il mondo che sarà difficile metabolizzare. Non solo un bersaglio civile, vengono colpiti le mamme e i loro piccoli: in una città stremata da almeno quattro tentativi di evacuazione umanitaria dei cittadini, frustrati dai colpi di mortaio. Secondo quanto riferisce Corrado Zunino su Repubblica, e anche secondo il comunicato russo in cui si ammettono le bombe sull’ospedale, non sarebbe estraneo al braccio di ferro militare di questi giorni il ruolo delle brigate Azov, la formazione nazista di volontari che affianca l’esercito ucraino. La responsabilità degli invasori russi è comunque pesantissima e fa pensare ad altre stragi civili del passato recente, come in Siria.

Anche le durissime parole di Volodymyr Zelensky condizionano la vigilia della prima vera trattativa diplomatica, quella di Antalya, che vede partecipare i ministri degli esteri di Ucraina, Russia e la Turchia. Il presidente ucraino torna a promettere resistenza ad oltranza e chiedere i jet militari all’occidente in un colloquio con il giornale tedesco Die Zeit, pubblicato in Italia dal Corriere della Sera. Il filosofo francese Edgar Morin su Repubblica (lo trovate integrale nei pdf) scrive: “La soluzione di compromesso accettabile per tutti sarebbe un'Ucraina neutra e federale, vista la sua diversità etnica e religiosa (…) In attesa di una soluzione ipotetica, sussiste il pericolo. Come trovare la via da percorrere tra debolezza colpevole e intervento irresponsabile? In ogni caso, troppo spesso abbiamo visto che le conseguenze degli interventi armati sono andate contro le intenzioni e le decisioni, tanto in Oriente quanto in Occidente”.

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