La Versione di Banfi

La Versione di Banfi

Share this post

La Versione di Banfi
La Versione di Banfi
Bombe sulla tregua

Bombe sulla tregua

80 morti e 200 feriti dopo l'annuncio dell'accordo. Netanyahu nei guai, l'estrema destra minaccia la crisi. Biden attacca Trump: democrazia a rischio. Primo sì alla separazione delle carriere

Avatar di Alessandro Banfi
Alessandro Banfi
gen 17, 2025
∙ A pagamento
1

Share this post

La Versione di Banfi
La Versione di Banfi
Bombe sulla tregua
1
Condividi

È un venerdì triste quello odierno nella Striscia di Gaza. Da quando è stato annunciato il cessate il fuoco, ci sono stati almeno 80 morti e più di 200 feriti. Dalla festa spontanea si è passati alle bombe. Anche fra i familiari degli ostaggi israeliani c’è grandissima apprensione: ieri Hamas ha comunicato che uno di loro era rimasto colpito dai bombardamenti. Come dice oggi alla Stampa Gal Gilboa-Dalal di suo fratello Guy: “Ora che potremmo essere vicini al rilascio è dura sapere che nel frattempo potrebbe succedergli qualcosa”. Ma perché la tregua è così fragile? Benjamin Netanyahu è stato costretto a rinviare la riunione del Consiglio dei ministri per la durissima opposizione dell’estrema destra. “Se l’accordo sarà approvato, presenteremo lettere di dimissioni e non faremo parte del governo”, ha detto esplicitamente il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. A questo punto l’inizio della tregua potrebbe slittare da domenica a lunedì ma c’è chi è ancora molto pessimista. Come osserva oggi lo scrittore israeliano Etgar Keret: né Netanyahu, né Hamas vogliono davvero mettere fine alla guerra. Dice: “Diverso è quello che vuole la gente normale. Vogliamo vedere gli ostaggi israeliani uscire da Gaza, e i palestinesi tornare a casa”. Si spera in Donald Trump, nella fortissima pressione che sta esercitando, con una convinzione che è mancata all’amministrazione Biden.

A proposito, quattro giorni prima dell’Inauguration Day Joe Biden ha rivolto alla nazione l’ultimo discorso dallo Studio Ovale della Casa Bianca. È un congedo nella sostanza molto duro in cui accusa il successore di mettere la democrazia americana nelle mani di un gruppo di miliardari “tech”. L’allusione è ai vari Elon Musk e Jeff Bezos, che saranno nei posti d’onore lunedì in Campidoglio. Era prevedibile: a modo suo anche Biden non accetta il voto popolare e, se non arriva ad assaltare Capitol Hill, accusa comunque il competitore politico di mettere a rischio il Paese. Sono gli Stati Disuniti d’America degli ultimi anni. Michelle Obama non andrà alla cerimonia dell’insediamento di The Donald. Persino suo marito Barack è criticato sui social per averci parlato, ai funerali di Jimmy Carter.

Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde:

Questo post è per abbonati a pagamento.

Già abbonato a pagamento? Accedi
© 2025 Alessandro Banfi
Privacy ∙ Condizioni ∙ Notifica di raccolta
Inizia a scrivere.Scarica l'app
Substack è la casa della grande cultura

Condividi