Caccia al migrante in Tunisia
Disordini a Sfax e in tutto il Paese. Memorandum dimenticato. Berlusconi lascia tutto in mano a Marina e Piersilvio. Meloni polemica con i giudici. Le tante facce di Prigozhin. Il Papa su Dall'Oglio
Nel silenzio degli altri giornali, Avvenire e il Manifesto raccontano la situazione in Tunisia. A Sfax, da dove partono molte imbarcazioni di disperati verso la Sicilia, la tensione è altissima. C’è una caccia all’uomo, favorita dal regime, in cui si cercano e si colpiscono i profughi che arrivano dalla regione sub-sahariana. I reportage ci dicono che i migranti sono in fuga e che temono di essere deportati in Libia. Dalla Tunisia ci divide solo un braccio di mare, ma la distanza è infinita per la nostra opinione pubblica e per la nostra classe politica. Salvo poi stupirci, a intermittenza, degli arrivi continui a Lampedusa o sulle coste calabresi. Giustamente il Manifesto stamattina si chiede anche che fine abbia fatto il memorandum fra Unione Europea e Tunisia, che era dato per fatto fino a qualche giorno fa, e che aveva portato la nostra premier a Tunisi in visita durante due viaggi ravvicinati. La sensazione è che il collasso tunisino stia arrivando fatalmente, nonostante gli appelli e gli sforzi dell’Italia e della comunità internazionale.
Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde: