Cade l'aereo di Prigozhin
Misterioso incidente all'aereo del capo della Wagner. Mosca annuncia: "E' morto". Al vertice dei Brics competizione India-Cina. Al Meeting ecologia e digitale. Zuppi ricorda don Minzoni
La fine di Evgenij Prigozhin arriva due mesi dopo il tentativo di golpe interno alla Federazione russa. Il jet privato su cui viaggiava è caduto ieri sera sul suolo russo. Il capo della milizia mercenaria, chiamata Wagner, si sentiva probabilmente ormai in salvo ed ha viaggiato sul suo Embraer. Anche se l’intelligence Usa non conferma la versione ufficiale della Tv russa. Oggi la parola che sui principali titoli dei quotidiani italiani più ricorre è la parola vendetta. Molti commentatori infatti pensano che l’abbattimento sia stato ordinato dal presidente russo Vladimir Putin. Scrive Domenico Quirico sulla Stampa: «Tutto quello che è accaduto dal golpe a oggi, la sparizione, le riapparizioni, l'esilio nella colonia bielorussa affidato al rieducatore locale, il ritorno al Cremlino da chi lo aveva definito "traditore": tutto preparava la scena finale: la punizione e la morte». L’altro tema che fatalmente rimbalza oggi sui giornali è quello del destino dei mercenari e in particolare del destino dei nemici di Putin. In effetti gli ultimi due mesi sono avvolti da diversi misteri: perché il capo della Wagner si è ribellato? E perché si è fermato a duecento chilometri da Mosca, pur non avendo incontrato resistenze? Che cosa faranno ora i suoi miliziani? Non sembra proprio un caso che la sparizione di Prigozhin arrivi 24 ore dopo la rimozione dagli incarichi del generale Sergej Surovikin, il capo dell’esercito sospettato di aver architettato con il mercenario il pronunciamento militare di fine giugno.
Romano Prodi in un’intervista ad Avvenire sostiene però che proprio ora, e forse per poche settimane, si sia aperta una finestra per la pace, dopo diciotto lunghi mesi che hanno sconvolto il mondo, distrutto tante vite e causato danni a quasi tutto il globo. «La pace —dice Prodi— ha sempre la sua validità nella storia. Uno degli errori commessi finora è stato proprio quello di assimilare questa parola a una sorta di patto col diavolo. E si è persino cercato di definire ingenui coloro che parlano di pace. Il nostro obiettivo deve essere quello di riflettere su quali sono le condizioni per una possibile pace giusta e duratura». Intanto i Brics riuniti in Sudafrica (oggi si chiude il vertice) hanno deciso come ampliare la platea, disegnando la procedura per i 43 Paesi che vorrebbero entrare nel gruppo. L’India ha svolto un ruolo di mediazione nella stesura del documento conclusivo, rafforzando l’impressione di voler competere con la Cina e di Paese del Sud del mondo “più vicino” all’Occidente. Fra l’altro proprio in queste ore il premier Narendra Modi è soddisfatto per il successo della missione spaziale che è approdata sulla Luna in cerca di acqua e di minerali.
Molti spunti interessanti ieri al Meeting di Rimini. La Versione segnala come meritevoli di uno sguardo da casa due appuntamenti. L’incontro con il frate domenicano Adrien Candiard e lo studioso Olivier Roy sull’appiattimento della nostra società e l’omologazione “digitale”. Qui potete vedere il video dell’evento. E lo straordinario dialogo fra Carlìn Petrini, fondatore di Slow Food e Terra Madre, e il gesuita Gaël Giraud sulla transizione ecologica e lo spreco alimentare. Da non perdere davvero: la registrazione dell’incontro è qui su youtube.
Qui invece la consueta rassegna con gli articoli su Rimini, giunto alla vigilia della sua conclusione:
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