Cala il buio
La striscia di Gaza è sotto assedio. Le diplomazie al lavoro per la liberazione degli ostaggi e per l'apertura di varchi. Blinken da Abu Mazen. Netanyahu cambia il governo. Pace, l'appello del Papa
Il buio cala su Gaza. L’offensiva israeliana sulla Striscia è senza precedenti. L’assedio totale di due milioni di persone, senza cibo, acqua ed energia è completato dai bombardamenti. Onu ed Europa hanno condannato la violazione del diritto internazionale. E le diplomazie di tutto il mondo sono al lavoro su almeno due fronti: liberare gli ostaggi israeliani che sono nelle mani dei terroristi di Hamas ed aprire varchi, corridoi umanitari per i civili. Dopo che l’unico valico con l’Egitto è stato chiuso. Ieri durante tutta la giornata la tensione è salita anche al Nord, dove gli Hezbollah minacciano l’Alta Galilea. Un’offensiva in quel punto avrebbe confermato i peggiori sospetti sull’Iran. In realtà dagli Stati Uniti è arrivato un forte invito alla prudenza sugli interessi di Teheran. Non ci sono prove reali che gli ayatollah abbiano voluto il “Diluvio Al Aqsa”, ha scritto il New York Times.
A Gerusalemme c’è stato un passaggio decisivo: il premier Benjamin Netanyahu ha varato un gabinetto di emergenza, da quale restano esclusi gli elementi più oltranzisti del suo governo. Proprio coloro che avevano continuamente alimentato la tensione. Intanto Tony Blinken, il ministro degli esteri Usa, sta per incontrare Abu Mazen. La circostanza è significativa: si ricorre ora a quell’Autorità Palestinese a cui di fatto la recente politica israeliana aveva tolto legittimità di rappresentanza. E si ammette implicitamente che non tutti i palestinesi, e gli abitanti di Gaza, sono di Hamas. Come aveva ricordato proprio ieri sul Corriere il cardinale Pierbattista Pizzaballa. Su Repubblica Francesca Borri traccia in un reportage il ritratto del vuoto e dell’assenza dell’Anp eppure oggi chi cerca la tregua e lavora per la pace ha bisogno di un interlocutore palestinese che non siano i terroristi di Hamas.
Chiarissime e coraggiose le parole di papa Francesco pronunciate ieri in piazza San Pietro, durante l’udienza del mercoledì: «È diritto di chi è attaccato difendersi», ha detto, «ma sono molto preoccupato per l’assedio totale in cui vivono i palestinesi a Gaza, dove pure ci sono state molte vittime innocenti. Il terrorismo e gli estremismi non aiutano a raggiungere una soluzione al conflitto tra Israeliani e Palestinesi, ma alimentano l’odio, la violenza, la vendetta, e fanno solo soffrire gli uni e gli altri. Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra, ma di pace, di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità».
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