Capodanno di fame e di guerra
Il 2023 finisce sotto le bombe e in cerca di cibo nella Striscia. Gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Ucraina-Russia colpo e contro-colpo. Giorgetti spiega il Patto UE. Ricordo di Ratzinger
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Tanti oroscopi e almanacchi per l’ultimo giorno del 2023. Ma c’è poco da vaticinare: il Capodanno del 2024 è segnato dalla fame e dalla guerra. Dalla pazzia dell’uomo e dal surriscaldamento del pianeta. C’è guerra a Gaza, dove non c’è tregua e non c’è una prospettiva di convivenza per i due milioni di palestinesi della Striscia e dei 3 milioni di loro simili in Cisgiordania. E dove centinaia di ostaggi israeliani sono nelle mani dei terroristi di Hamas. Terrore e morte anche in Ucraina e in Russia per un colpo e un contro-colpo di bombardamenti con vittime civili. Papa Paolo VI ha istituito il primo gennaio come Giornata mondiale per la pace: era il 1968, 55 anni fa, quando la Chiesa chiedeva ai potenti di allora di fermare la guerra in Vietnam. Allora il Papa si appellò all’antica Roma, all’idea della pax augustea “fondata sull’universale estensione dell'eguaglianza dei diritti dei suoi cittadini, fieri e liberi”. Mai come domani questa Giornata mondiale suona necessaria e profetica. Si pregherà a Torino per la pace, alla sede del Sermig, con i rappresentanti di tutte le religioni, in un appuntamento che dovrebbe fare da esempio. Il 2024 sarà un anno elettorale in tanti Paesi del mondo: come in Europa, negli Usa, in Russia… La democrazia non è di moda, il multilateralismo e il multipolarismo sembrano caduti in disgrazia e tuttavia, come ricorda Thomas L. Friedman oggi sui Repubblica, nella storia non c’è niente di ineluttabile, che non sia nella volontà dei popoli e dei leader che essi esprimono. La pace, la convivenza, l’amicizia fra i popoli è ancora possibile. E, come ha detto il cardinal Matteo Zuppi nell’intervista a Monica Mondo su TV2000, trasmessa ieri sera, è ancora nel desiderio di quasi tutti gli uomini.
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