"Cessate il fuoco" a Gaza
L'Onu vota una risoluzione con la storica astensione degli Usa. Ira di Israele, che vuole comunque invadere Rafah. Putin ammette la matrice islamica ma lancia supermissili su Kiev. Decaro nei guai
È la prima volta che gli Stati Uniti si astengono nel Consiglio di sicurezza in una votazione che riguarda Israele. Joe Biden ha rotto gli indugi e dopo 170 giorni di guerra in Medio Oriente ha deciso per la prima volta di non bloccare una risoluzione che chiede il cessate il fuoco alle parti a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani, ancora nelle mani di Hamas. Il premier Benjamin Netanyahu, irritato, ha subito annullato la missione del suo Ministro della Difesa a Washington. E il governo israeliano non ha nessuna intenzione di dare attuazione alla risoluzione Onu. Ma il peso della decisione politica americana è notevole. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha detto che, dopo la risoluzione, un fallimento sarebbe imperdonabile. Tutto invece fa pensare che l’esercito israeliano arriverà ad invadere Rafah, dove sono ammassati centinaia di migliaia di profughi palestinesi. E tuttavia il governo di Tel Aviv non è mai stato così isolato nel mondo.
La speranza di pace in quella regione è rappresentata dalla commovente testimonianza di due padri, Rami e Bassam, attivisti della Ong Parent’s Circle, cui Colum McCann ha dedicato un bel libro, Apeirogon. Rami è israeliano, Bassam palestinese: hanno perso le loro figlie in guerra e ora insieme chiedono di fermarla. Sono venuti in Italia a parlare di pace. Una convivenza è ancora possibile per questi due popoli?
In Russia tre giorni dopo il terribile attentato alla Crocus Hall, Vladimir Putin ammette che l’attacco è stato commesso da estremisti islamici ma si chiede ancora chi siano stati i mandanti e se i terroristi dell’Isis K abbiano avuto complicità, sempre additando Kiev come responsabile. Fanno il giro del mondo le immagini dei tagiki arrestati, che sono comparsi ieri alla sbarra con inequivocabili segni di percosse e torture. Missili supersonici russi sono stati lanciati sull’Ucraina, in un bombardamento che assomiglia ad una ritorsione. Mentre l’allarme terrorismo in Occidente, Italia compresa, rimane alto.
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