Chi vince davvero il 25 settembre
La RAI vuole ridurre il voto alla sfida Meloni-Letta. Ma la vera partita è che cosa succederà al centro fra Forza Italia e Azione. Apre il Meeting e c'è gloria per tutti. O quasi. Un grande PPP
I concorrenti sono quattro, ma la spinta dell’establishment è di ridurre a due la gara: o con il Pd o con Fratelli d’Italia. Lo diciamo da qualche settimana. Un modo neanche troppo sofisticato di condizionare l’elettorato è proprio quello di far apparire le opzioni obbligate. È quella che l’Avvenire di oggi chiama la “Telebaraonda”. Ma è un teleinganno. Bruno Vespa rappresenta la quintessenza del Palazzo e quindi proporrà un duello fra Enrico Letta e Giorgia Meloni. I due che si erano guadagnati il soprannome di “Sandra e Raimondo” tanto preferivano incontrarsi/scontrarsi in ogni occasione, si attaccano fra di loro in modo frontale e simmetrico. Persino l’interessante retroscena quirinalizio (di parte meloniana), offerto sabato dalla Verità, attribuisce addirittura al Capo dello Stato l’intenzione di conferire l’incarico al futuro presidente del Consiglio in base ai voti assoluti di Pd e Fratelli d’Italia. Secondo questo schema, il primo partito (e badate bene non la coalizione) avrà onere e onore di Palazzo Chigi. Una previsione curiosamente condivisa anche da Repubblica. Protestano Carlo Calenda e Giuseppe Conte, tagliati fuori da questo scenario. Il leader di Azione aveva chiesto per primo un confronto televisivo a quattro. Ma la par condicio questa volta è archiviata in nome dell’estremizzazione della sfida. È gravissimo che i sondaggi incidano sulle pari condizioni di ogni concorrente al voto.