Corsa alle armi

Ad un anno dall'invasione russa, l'Europa vuole aumentare la produzione di armi. Zelensky parla a tre giornali italiani, aspettando Meloni a Kiev. Superbonus cancellato, o quasi. LA, Vescovo ucciso

Josep Borrell chiede esplicitamente che l’Europa scenda in campo con più decisione e mandi armi a Kiev. Lo fa alla fine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco e all’immediata vigilia oggi della riunione dei 27 Ministri degli Esteri della Ue a Bruxelles. È una corsa globale quella alle armi, se è vero ciò che dice il segretario di Stato Usa Tony Blinken, quando accusa Pechino di rifornire direttamente Mosca di nuovi armamenti. Questo è lo scenario cupo che fa da sfondo alla visita della nostra premier Giorgia Meloni che è in partenza per Kiev, dove incontrerà Volodymyr Zelensky. Prima Meloni passerà da Varsavia. Zelensky, da parte sua, ha scelto tre giornali italiani, il Corriere della Sera, la Repubblica e Il Sole 24 Ore, per rivolgersi agli italiani, prima del colloquio con Meloni. La conversazione del presidente ucraino è un’apertura di credito al nostro governo, con segnali precisi a Silvio Berlusconi, che aveva criticato l’opportunità dell’incontro a due. Dice fra l’altro Zelensky: “Ogni piccola città che perdiamo è un passo avanti per i russi, che come ormai sappiamo, vogliono prendersi i confini amministrativi delle regioni di Donetsk e Lugansk. Ecco perché stiamo resistendo così a Bakhmut”. Sulla possibilità di colloqui con Vladimir Putin, come quelli proposti dal presidente Emmanuel Macron, Zelensky dice: “Macron perde il suo tempo. Sono arrivato alla conclusione che non siamo in grado di cambiare l’atteggiamento russo. Se hanno deciso di isolarsi dal resto del mondo nel sogno della ricostruzione del vecchio impero sovietico non possiamo farci nulla”.

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