Dialogo minimo
Confronto oggi pomeriggio a palazzo Chigi fra governo e opposizioni sul salario minimo. Sulla tassa sulle banche invece si tratta. Evacuati villaggi ucraini. Morta la scrittrice Michela Murgia
Oggi pomeriggio nella sala verde di Palazzo Chigi ci sarà l’atteso vertice sul salario minimo. Il sospetto però, come scrive Stefano Folli su Repubblica, è che sia la premier Giorgia Meloni che i rappresentanti delle opposizioni cerchino il giusto posizionamento più che il raggiungimento di un’intesa necessaria al bene comune. La vigilia infatti è stata vissuta all’insegna del gelo. Con la premier che si dice pronta al confronto ma con una premessa: «Ascolto ma la sfida è un salario degno, non un salario minimo». Ed Elly Schlein, segretaria del Pd, che mette anch’ella le mani avanti, dicendo: «La presidente del Consiglio non ci prenda in giro». Giuseppe Conte si dice scettico, mentre Carlo Calenda apparentemente è colui che più ha voluto questo confronto e forse anche per questo riduce al 10 per cento le probabilità di successo.
Intanto il governo deve fare i conti con i timori nati a livello internazionale sulla tassa sugli extraprofitti delle banche, lanciata da Matteo Salvini al Consiglio dei Ministri di lunedì. È curioso che si dividano le agenzie di rating. Mentre Moody’s boccia la misura, Fitch nella sostanza dice che non avrà ripercussioni vere sulle stime delle banche italiane. Mentre per l’inglese il Financial times il provvedimento rischia di «minare la reputazione» dell’Italia. La verità è che l’esecutivo, da subito, ha offerto la possibilità di modifiche che convincano gli istituti: ieri c’è stata la riunione dell’Abi ma il silenzio che Patuelli e c. continuano ad osservare la dice lunga sulle trattative in corso. Nella sostanza il principio di far pagare maggiori imposte a chi ha avuto introiti eccessivi e inaspettati non può che essere accettato da tutti. Al solito, si deve evitare di buttare il bambino con l’acqua sporca.
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