"Difendeva i confini"
Chiesti 6 anni di condanna per Salvini. Ma la premier lo difende: contrastava l'immigrazione illegale. Toti patteggia. Papa Francesco su Harris e Trump. Gaza senza tregua. Parla Riconda
Dunque, come temevano i leghisti da giorni, la richiesta del Pm al processo di Palermo sul blocco dei migranti della Open Arms è una dura condanna, sei anni, per l’allora ministro degli Interni (oggi ai Trasporti) Matteo Salvini. Alla fine di una requisitoria di sette ore, Salvini è stato accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio quando era titolare del Viminale nel primo governo Conte. Lo stesso Conte, insieme ad altri ministri, ha deposto in aula durante il dibattimento. La reazione di Giorgia Meloni è stata molto decisa: «È incredibile che un ministro della Repubblica italiana rischi sei anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini. Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo». Lo stesso Salvini si è difeso con un video (non era in aula) registrato a Milano.
Sempre sulla linea della tensione fra politica e magistratura, l’altra notizia del fine settimana è il patteggiamento dell’ex presidente di Regione Liguria Giovanni Toti con i Pm di Genova. Toti, con i suoi legali e senza concordare con gli ex alleati di governo, ha accettato la proposta di chiudere la vicenda prima del processo, patteggiando una condanna per “corruzione impropria” di soli 25 mesi, che saranno scontati con ore di attività a fini sociali. La Procura ottiene comunque un’ammissione di colpa, evitando il rischio di una clamorosa assoluzione al processo. Giovanni Toti lascia definitivamente la politica e si proietta in un’altra stagione della sua esistenza. Qui trovate i commenti contrapposti di Alessandro Sallusti e Marco Travaglio.
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