Digiuno per Gaza
Sciopero della fame a staffetta e ad oltranza per Gaza. Netanyahu assolda milizie filo Isis. Merz da Trump chiede la fine della guerra ma la notizia è il divorzio da Musk. Referendum: giallo speranza
Per una volta inizio la Versione con un accenno personale: termino oggi, giunto al quarto giorno, lo sciopero della fame a oltranza, a staffetta, per Gaza promosso dalla Rete di Trieste e dal Movimento Europeo di Azione Non violenta. Passo simbolicamente alla mezzanotte il testimone a chi voglia proseguire in questa forma di protesta civile e non violenta. Qui trovate tutte le informazioni per proseguire il digiuno a staffetta e comunicarlo al Prefetto e al Sindaco della vostra città con una semplice PEC.
Ieri sera a La7 ne ha parlato la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, che è l’amministratore più in vista tra i tantissimi che hanno aderito. L’obiettivo resta la pressione internazionale per la liberazione di tutti gli ostaggi, l’apertura corridoi umanitari e sanitari e la cessazione di ogni accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele. Ci sono discussioni politiche in Italia sulle prossime manifestazioni di Milano e di Roma. Legittime e forse necessarie. Ma l’impressione è che il protagonismo politico finisca per soffocare il tema principale: l’emergenza a Gaza. Dobbiamo, come ha giustamente scritto Anna Foa, salvare la popolazione palestinese dall’occupazione militare, dalla pulizia etnica e da Hamas e salvare Israele da una feroce deriva di estremismo e di colonialismo. Sarà anche irrealistico parlare oggi di due popoli e due Stati ma non ci si può rassegnare alla scelta manichea fra chi vuole cancellare i palestinesi dalla faccia della terra e chi vuole cancellare lo Stato d’Israele.
Le ultime notizie, se mai ce ne fosse bisogno, aumentano il nostro profondo disagio. Israele sta armando a Gaza una milizia locale formata da criminali e jihadisti filo-Isis. Lo ha dichiarato ieri l’ex ministro della difesa Avigdor Lieberman durante un’intervista alla radio, accusando: «Israele ha dato fucili d’assalto e armi leggere alle famiglie criminali a Gaza per ordine di Benjamin Netanyahu. Dubito che sia passato attraverso il gabinetto di sicurezza». Dopo che Haaretz ha rivelato l’esistenza di campi di questa milizia, lo stesso premier israeliano ha commentato: «Abbiamo gestito clan che si oppongono ad Hamas. Che cosa c’è di sbagliato?».
È ripresa ufficialmente la distribuzione degli aiuti (vedi Foto del Giorno) mentre l’esercito israeliano ha recuperato i corpi di due ostaggi, marito e moglie, che erano stati uccisi subito nell’attacco del 7 ottobre e i cui cadaveri erano stati poi portati a Gaza dai miliziani di Hamas.
Greta Privitera sul Corriere della Sera intervista la pediatra palestinese Alaa al-Najjar, che ha avuto 9 dei suoi 10 figli, e il marito, uccisi in un raid israeliano mentre lei lavorava all’ospedale. È sopravvissuto solo Adam, 11 anni, che adesso sorride all’idea di poter essere curato in Italia, al Niguarda di Milano. Dice la dottoressa: «Non scrivete di me come una madre eroica, sono una mamma come tante altre qui, senza più niente. Questo è il mio destino ed è il destino di troppe persone a Gaza. La mia è una storia terribile, ma comune. Non dimenticate gli altri».
La rassegna degli articoli di oggi si apre con il numero speciale del Manifesto interamente dedicato a Gaza. Spiegano i giornalisti: «Ogni sezione della redazione si è dedicata, secondo la propria grammatica, a questo unico tema e ha accolto tra le pagine i contributi di altre e altri compagni di viaggio, palestinesi e israeliani. Il guadagno delle vendite sarà destinato ai progetti della campagna “Emergenza Gaza” di Aoi, l’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale».
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