«Dobbiamo abituarci alla guerra»
Lo dice il premier polacco Tusk. Putin minaccia ancora: colpiremo. Meloni loda la "deterrenza". A Gaza carestia e vigilia dell'invasione a Rafah. Salis resta in cella. Stasera Via Crucis al Colosseo
Venti di guerra ancora più forti spirano in questo Venerdì di Passione del 2024. Non solo sulla Terra Santa e sulla Palestina, dove si consuma il dramma di un digiuno forzato che da settimane affligge quasi due milioni di palestinesi. Ma sull’Europa. Ce lo ricordano le nuove minacce di Vladimir Putin che continua ad accusare l’Ucraina e l’Occidente per l’attacco terroristico di una settimana fa e che promette di colpire gli F-16 anche in aeroporti Nato. La guerra in Europa c’è già e per essa dobbiamo armarci. Lo proclama in una lunga e importante intervista, concessa a cinque giornali europei, in Italia a La Repubblica, il premier polacco Donald Tusk. Dice testuale: «È la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere. So che sembra devastante, soprattutto per i più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all’arrivo di una nuova era. È l’era prebellica. Non sto esagerando. Sta diventando ogni giorno più evidente».
Alle parole del premier polacco in qualche modo fanno eco quelle di Giorgia Meloni. La nostra premier, in visita ai nostri soldati in Libano, dice loro: «Voi rinunciate a tutto per garantire quella pace di cui tanti, soprattutto in questo momento, si riempiono la bocca seduti comodamente dal divano di casa loro. Perché la pace non si costruisce con i sentimenti e le buone parole, la pace è soprattutto deterrenza e impegno, sacrificio». Avvenire polemizza garbatamente con la premier italiana, ricordando che i numeri dimostrano il contrario: armarsi favorisce la soluzione bellica. È la politica, semmai, che porta alla pace.
Un gesto di pace e di perdono è quello che ha compiuto ieri papa Francesco (vedi Foto del Giorno) nella sezione femminile del carcere romano di Rebibbia. Bergoglio ha lavato i piedi a dodici detenute nei riti del Giovedì Santo. Stasera ci saranno le meditazioni della Via Crucis al Colosseo, per la prima volta scritte dallo stesso Pontefice. Il Venerdì di Passione dei riti pasquali cade in un momento tragico di dolore e sofferenza in tante parti del mondo e forse questo spiega la scelta di quest’anno.
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