Doppia bomba sui pasdaran
Attentato gravissimo in Iran: 103 morti e 120 feriti. Teheran accusa. Usa: Né noi, né Israele. La destra al governo: "Emigrate Gaza in Congo". Oggi parla Meloni: caso Pozzolo, Mes, concorrenza
Un’avvertenza iniziale: la Versione di Banfi nei giorni delle Feste natalizie ha una forma diversa dal solito, leggermente più agile. Siamo presenti con la stessa cadenza di uscita dei giornali quotidiani, ma con un approccio più rilassato. Alla fine di questa introduzione, della Foto del Giorno e dei titoli dei quotidiani, trovate direttamente il link degli articoli scelti in pdf. Come sempre, non tutti gli articoli riportati integralmente saranno citati, ma sono comunque quelli ritenuti i più importanti della giornata. Buona lettura e buone feste.
Una doppia bomba ha provocato una strage sulla tomba del capo pasdaran nella città iraniana di Kerman. La prima esplosione nei pressi della tomba di Qasem Soleimani, il generale che ieri era commemorato nel quarto anniversario della sua morte. Soleimani era stato ucciso 4 anni fa in un raid statunitense in Iraq. La seconda esplosione è avvenuta durante i soccorsi. Il bilancio è terribile: 103 i morti e più di 120 i feriti in quello che è il più grave attentato mai subito dall’Iran nella storia recente. Teheran sospetta una responsabilità di Israele, che non ha finora risposto ufficialmente. Da Washington, fonti ufficiali hanno smentito il coinvolgimento americano e israeliano. La tensione è altissima, anche se l’atteso discorso di Hassan Nasrallah, capo degli hezbollah, pronunciato ieri, è stato più prudente di quanto si ipotizzava.
Molte anche le reazioni internazionali all’omicidio mirato del numero 2 di Hamas, questo sì rivendicato da Israele. Domenico Quirico sulla Stampa sostiene che gli “omicidi mirati” accompagnano tutta la storia dello Stato ebraico. Ma i risultati sono spesso deludenti. Scrive: «Come sempre è, in fondo, un problema di parole. Come vogliamo definirli questi atti? Esecuzioni extra-giudiziarie ovvero sentenze eseguite su aguzzini e beccai indemoniati senza una procedura processuale che esamini le imputazioni a carico? Oppure "preventive killing'' che si può tradurre come eliminazioni di un potenziale pericolo, di bombe umane a tempo che stanno per commettere attentati, un atto di autodifesa preventiva verso notori impiegati della violenza terroristica? Ingegnoso bricche bracche, ma legalmente debole perché il presentimento non ha posto nei codici». Paolo Caridi, intervistata dal Manifesto, sostiene che con l’eleminazione del capo di Hamas, Israele ottiene lo stop del «dialogo sul cessate il fuoco che gli egiziani tessevano da settimane. Se non chiude la trattativa, l’uccisione di Aruri la congela».
Intanto le componenti di estrema destra insistono per un «reinsediamento» dei palestinesi. Il governo di Netanyahu ha preso contatto con alcuni Paesi africani, fra cui il Congo, per deportare gli attuali abitanti di Gaza. Come scrive Nello Scavo su Avvenire: «A Gaza la guerra non si ferma e Israele è passata alla strategia degli attacchi mirati ordinando alla popolazione di spostarsi rapidamente da un quartiere all’altro, alimentando l’insicurezza e schiacciando ogni speranza di un ritorno alla normalità quando il conflitto sarà concluso».
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