La Versione di Banfi

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Ecco Bilancio e salva Albania

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Dopo la firma del Colle, arrivano le due leggi. Manovra da 30 miliardi, le opposizioni promettono battaglia. Ci si può appellare sui migranti. Scandalo alla Cultura: si dimette Spano. Morto Gutiérrez

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Alessandro Banfi
ott 24, 2024
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Ecco Bilancio e salva Albania
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Sono stati pubblicati ieri, dopo la firma del Quirinale, i due decreti del governo che hanno occupato il dibattito pubblico negli ultimi giorni: la legge di bilancio dello Stato e quello sui Paesi sicuri che dovrebbe salvare il modello Albania. La cosiddetta “manovra” è fatta di 144 articoli, prevede nuove misure per 28,5 miliardi destinati per oltre il 60% (17,6 miliardi) alla “trasformazione strutturale degli aiuti ai redditi medio-bassi”, come spiega oggi Il Sole 24 Ore. L’attuale taglio al cuneo fiscale scompare per lasciare spazio a un meccanismo a tre fasce. Diventa strutturale anche l’Irpef a tre aliquote, accompagnata però da addizionali regionali e locali che potranno rimanere articolate sui vecchi quattro scaglioni fino al 2027. 9 i miliardi di minori spese dei Ministeri. Le opposizioni sono sul piede di guerra: Elly Schlein dice che è «una batosta clamorosa alla sanità pubblica» mentre Giuseppe Conte commenta: «Tagli, sempre tagli, saremo in piazza con i medici». Ironizzano anche, insieme alla Cgil, sui limitati i ritocchi alle pensioni. E tuttavia, così com’è, la legge di bilancio rispetta i parametri chiesti dall’Europa. Le Camere, nelle prossime settimane, dovranno discuterla e approvarla.  

Si è anche materializzato, dicevamo, il decreto salva Albania. Oltre alla lista dei Paesi sicuri si aggiunge la possibilità di ricorrere in Appello ed avere un giudizio entro dieci giorni (cosa che permetterà al governo di fare ricorso senza aspettare la Cassazione). Giorgia Meloni, alla festa per gli 80 anni del quotidiano Il Tempo, ha detto ieri: «Avevo messo in conto che ci sarebbero stati degli ostacoli», ma «il protocollo Italia-Albania funzionerà». Aggiungendo: «Non consentirò che un modello che abbiamo individuato, nel pieno rispetto del diritto italiano ed europeo, venga smontato perché c'è una parte della politica che non è d’accordo su come deve essere gestita l’immigrazione». Il costituzionalista Gaetano Azzariti alla Stampa ribadisce quanto sostenuto dal collega Cesare Mirabelli nei giorni scorsi: «Va accertata la situazione nel caso concreto del singolo migrante da rimpatriare. Se nel Paese definito "sicuro" non vengono garantite le libertà democratiche il giudice interviene». Un esempio? L’Egitto è tra i Paesi sicuri ma non certo per un attivista dei Fratelli musulmani o per un esponente del movimento LGBT. Il Bangladesh è sicuro ma non nel caso di un cristiano, che rischia di essere linciato e bruciato per strada. A proposito, oggi Avvenire pubblica un rapporto redatto dall’Aiuto alla Chiesa che soffre sui Paesi che nel mondo perseguitano i cristiani (“Perseguitati più che mai – Rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2022-24”): sono aumentati nel numero e nella ferocia.  

Una precisazione sull’origine delle accuse di razzismo ai nostri poliziotti e ai nostri politici (peraltro oggi quasi scomparse dai giornali italiani) su quanto scritto ieri nella Versione. Le accuse vengono dalla Commissione Ecri, che è un organismo indipendente a cui è stato commissionato un rapporto sul razzismo da parte del Consiglio d'Europa. Il Consiglio d'Europa, a sua volta, è stato fondato nel 1946 dopo il Trattato di Londra e l’Italia ne è socio fondatore. Ne fanno parte oggi 46 Paesi. Ha sede a Strasburgo ma non è emanazione diretta dell’Unione Europea, né del Parlamento europeo.

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