Embedded di Palazzo
Giorgia Meloni parla alla stampa, che ritualmente si lamenta del bavaglio ma nella sostanza non obbietta. l'Isis rivendica la doppia bomba in Iran. Nuova nota per spiegare le benedizioni
Un’avvertenza iniziale: la Versione di Banfi nei giorni delle Feste natalizie ha una forma diversa dal solito, leggermente più agile. Siamo presenti con la stessa cadenza di uscita dei giornali quotidiani, ma con un approccio più rilassato. Alla fine di questa introduzione, della Foto del Giorno e dei titoli dei quotidiani, trovate direttamente il link degli articoli scelti in pdf. Come sempre, non tutti gli articoli riportati integralmente saranno citati, ma sono comunque quelli ritenuti i più importanti della giornata. Buona lettura e buone feste.
Dopo due rinvii, dovuti a motivi di salute, Giorgia Meloni ha incontrato la stampa ieri nella consueta conferenza stampa fiume, che di solito precede la fine dell’anno. Quest’anno l’Ordine dei giornalisti e la Fnsi hanno stressato la contrarietà della categoria alla cosiddetta “legge bavaglio”. Sul tema scrive bene oggi Il Foglio e nel merito è ineccepibile la risposta della premier, per chi resta obiettivo. Semmai i cronisti sono sembrati confusi e prolissi, poco preparati su temi specifici, lasciando che il presidente del Consiglio fosse altrettanto generica. Tutti, e sembra incredibile per dei professionisti, molto condizionati dalla diretta tv. Tutti in qualche modo “embedded” di Palazzo Chigi, secondo il modello di una stampa sempre più ostaggio dei poteri, che accetta la protezione in cambio della libertà.
Il vostro Versionista è andato per una volta di persona (qui il mio breve resoconto nel pezzo di ieri per Vita.it) proprio per cogliere umori e sentimenti. Meloni ha risposto su tutto e anche ammesso, sul tema migranti ad esempio, i ritardi del governo. A partire dai timori che il maxi-decreto flussi triennale, che apre a 452mila ingressi di lavoratori stranieri, possa mancare l’obiettivo per colpa della lentezza burocratica nell’esame delle domande e della carenza di personale amministrativo in grado di vagliarle. Commenta stamattina Stefano Folli su Repubblica: «Il più coerente nel replicare punto per punto alla premier è ancora una volta Matteo Renzi, che l’ha accusata di “mentire” in modo sistematico. Ora, non è questa la sede per misurare con la bilancia il numero di menzogne e di verità che ogni personaggio politico usa riservare ai suoi elettori. Vale invece la pena rammentare che Renzi è la figura più detestata a sinistra, accusata di ogni sorta di intrigo e priva di credibilità. Eppure è questo personaggio, con il suo 3 per cento di consensi, ad aver colmato una lacuna ed esercitato una supplenza».
Meloni ha annunciato di voler sospendere dal partito Emanuele Pozzolo, il deputato di Fdi che ha sparato a Capodanno, colpendo accidentalmente un’altra persona. I giornali raccontano che Pozzolo sia ora distrutto da ciò che è successo. Avrebbe detto: «Capisco la decisione del partito di sospendermi e mi rendo conto che non c’è un’altra strada possibile. Io comunque dimostrerò che ho detto la verità. E la verità è che non ho sparato io». In un’intervista a Repubblica, Matteo Renzi chiede che a pagare sia anche il sottosegretario Andrea Delmastro, sostenendo: «Lui è il primo responsabile. Anche se adesso è sparito. Ha organizzato il cenone in cui il suo amico ha tirato fuori la pistola sparando davanti ai bambini. Sono dei pazzi irresponsabili».
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