Fuga forzata
Esodo di massa dei palestinesi della Striscia: da Nord a Sud di Gaza. Onu e Ue chiedono tempo. Primi raid dell'esercito israeliano. L'appello della cantante Noa. Martedì digiuno e preghiera
Edizione speciale della Versione eccezionalmente nelle vostre caselle di posta anche di sabato. Un’edizione dedicata alla situazione in Israele e a Gaza, ad una settimana esatta dall’attacco terroristico di Hamas. Ieri c’è stato lo sfollamento di massa dei palestinesi da gran parte del Nord della Striscia. Le immagini di questo esodo forzato, voluto dall’esercito israeliano, fanno impressione: la galleria delle foto del New York Times di stamattina è una sequela di gruppi familiari che viaggiano spesso a piedi, con poche cose. A volte su camion o auto stracariche. Le evacuazioni dei profughi si somigliano tutte: gente sporca, anche “senza scarpe”, direbbe il nostro Matteo Salvini. Pochi giorni fa immagini molto simili ritraevano gli armeni cacciati dall’Artsakh. Già Primo Levi ne La Tregua (in cui racconta il lungo viaggio di ritorno a casa dopo Auschwitz) spiegava che fra i profughi erano le scarpe a segnare le differenze, a volte il destino finale, sulle strade della fuga.
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