Gaza al buio
Gli Usa bloccano le bombe per Israele. Striscia sigillata e allo stremo. Bufera Liguria, Toti non si dimette, centro destra indeciso. Premierato, scontro Meloni-Schlein. Inizia il Salone del Libro
Tende a calare l’interesse per la situazione del Medio Oriente. E per la popolazione di Gaza. È comprensibile per tante ragioni. Colpisce però che proprio nel momento forse più drammatico, con la chiusura dei valichi, con la Striscia sigillata, con la situazione alimentare e sanitaria al limite della sopravvivenza prevalga la stanchezza. Gli Stati Uniti per la prima volta hanno bloccato una spedizione di bombe ad Israele: è un segnale politico preciso dopo l’ingresso dei carri armati a Rafah e l’evacuazione dei 100 mila a Khan Younis. Washington vuole prendere le distanze. Oggi ci sono due interviste davvero interessanti: una su Repubblica all’ex capo dello Shin Bet Ami Ayalon e un’altra all’attivista per la pace May Pundak. Entrambe affrontano il tema del dopo guerra, della convivenza possibile. Secondo Ayalon Hamas è anzitutto un’ideologia e non un esercito e, per sconfiggere davvero il terrorismo, Israele dovrebbe liberare Marwan Barghouti. Un capo palestinese che crede nei due Stati e che batterebbe gli estremisti. Secondo Pundak invece «è superata l’idea dei due Stati che si ignorano. Il nostro modello è una patria comune: una terra per tutti. Il nostro riferimento è l’Unione Europea».
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