Gli spari del cecchino
Papa Francesco parla dell'attacco alla parrocchia di Gaza durante l'Angelus. La ricostruzione del Corriere. Comizio finale di Giorgia Meloni ad Atreju. Putin: non vogliamo attaccare la Nato
Papa Francesco ha avuto il merito di accendere l’attenzione sui tragici eventi avvenuti nella striscia di Gaza, dove l’esercito israeliano ha deliberatamente colpito, sabato scorso, il complesso della chiesa cattolica della Santa Famiglia, uccidendo due donne. La Santa Famiglia è l’unica parrocchia cattolica nella Striscia, dove c’è anche la casa delle suore di Madre Teresa, nelle quale vengono accolti bambini disabili. All’Angelus domenicale il Papa ha fatto per una volta il cronista, visto che i grandi media hanno oscurato l’accaduto. E ha detto: “Civili inermi sono oggetto di bombardamenti e spari. E questo è avvenuto persino all’interno del complesso parrocchiale della Santa Famiglia, dove non ci sono terroristi, ma famiglie, bambini, persone malate e con disabilità, suore. Una mamma e sua figlia, la signora Nahida Khalil Anton e la figlia Samar Kamal Anton, sono state uccise e altre persone ferite dai tiratori scelti, mentre andavano in bagno... È stata danneggiata la casa delle Suore di Madre Teresa, colpito il loro generatore”. Il Corriere della Sera oggi, con Lorenzo Cremonesi, ricostruisce finalmente l’accaduto, raccogliendo le testimonianze di chi era sul posto. “Il cecchino continuava a sparare”. Raffaele Genah per il Messaggero racconta invece il Natale di guerra a Betlemme, senza luci e senza pellegrini.
Sul fronte diplomatico, qualcosa si muove. Oggi sarà in Israele il segretario della Difesa americano, Lloyd Austin, l’obiettivo è fare pressioni sul Paese per passare a una fase meno intensa e più mirata della offensiva dell’esercito israeliano. Austin andrà poi anche in Bahrein e Qatar. In un incontro a Tel Aviv con l'omologo israeliano, Eli Cohen, la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, ha chiesto un "cessate il fuoco immediato e duraturo". L'esercito israeliano ha ucciso ieri 90 palestinesi nel campo profughi di Jabalya nel nord di Gaza. È stato aperto ieri il varco di Kerem Shalom, a sud, per permettere l'ingresso di aiuti umanitari. Alcuni funzionari dell'Organizzazione mondiale della sanità hanno visitato l’ospedale di Al Shifa, parlando di un "bagno di sangue" e di una situazione al collasso.
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