Guarda che Lula
La visita del presidente brasiliano a Roma nel nome della pace. L'abbraccio col Papa. Putin minaccia il nucleare. La Nato in guerra? Maturità da tromboni. Migranti, ancora un naufragio. Viva Noa
La visita del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva a Roma ha messo in primo piano la spinta dei Paesi del Sud Globale a favore della pace. L’abbraccio, per nulla formale, di Papa Francesco con il presidente ha simbolicamente ricordato al mondo che, al di là dello schema bipolare e manicheo imposto dalla guerra, la maggioranza della popolazione mondiale ha problemi di fame e di sviluppo. E chiede al mondo conto delle grandi spese per gli armamenti. Il Manifesto giustamente mette in fila tutte le iniziative di pace, compresa quella brasiliana, nata da quelli che una volta si sarebbero chiamati i Paesi non allineati. L’Europa non può perdere l’occasione storica di essere il principale interlocutore, dall’interno dell’Occidente, di questi Paesi. È una sfida difficile, “fragile” come è sempre la pace e come ha sottolineato papa Francesco, parlando con Lula. E tuttavia è una sfida ineludibile. Tanto più che le notizie dal punto di vista militare convergono, dalle due parti, su un innalzamento della tensione dello scontro. Mosca continua a minacciare, in modo ossessivo, il ricorso alle armi nucleari. Mentre sui giornali si fa sempre più strada l’idea che la Nato, visto lo stallo della controffensiva ucraina, possa entrare direttamente in guerra contro la Federazione Russa. Il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha voluto esprimere “speranza” per l’iniziativa dell’incaricato speciale Matteo Zuppi, che dopo Kiev potrebbe recarsi a Mosca.
La tensione internazionale è stata fortemente innalzata in queste ore anche dalle ultime frasi pronunciate dal presidente americano Joe Biden sul “dittatore” cinese Xi Jinping. Pechino ha protestato vivacemente ma è un fatto che l’uscita presidenziale sia arrivata dopo i positivi colloqui di Blinken. Se non è frutto di una gaffe senile, la dichiarazione di Biden significa una sola cosa: l’orizzonte è quello dello scontro globale fra Occidente ed Oriente.
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