La Versione di Banfi

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Guerra e informazione

alessandrobanfi.substack.com

Guerra e informazione

Giornali cupi e schierati in un clima sempre più di guerra. Papa Francesco e Parolin per la pace e la trattativa. Zelensky parla alla piazza di Firenze. Spunta l'ipotesi di colloqui a Gerusalemme.

Alessandro Banfi
Mar 13, 2022
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Quando sui giornali spuntano parole come “nemico interno” oppure “eroe mondiale”. Quando arriva la retorica fotografica della bambina di 9 anni che imbraccia il fucile o delle fidanzate che salutano il compagno in divisa che parte per il fronte. Quando si mobilitano le star dello spettacolo e dello sport per spiegare e motivare il conflitto. Beh si capisce che siamo già in guerra. Sperare nella mediazione e nella pace è ormai una colpa gravissima, un cedimento, una resa, una codardia, un cinismo da pacifisti (slogan lanciato da Paolo Mieli ed ogni giorno ripreso e rilanciato). Il nomignolo ironico del primo quotidiano italiano è diventato “Il Guerriero della Sera”.

Ironie a parte, viviamo tempi cupi, dov’è davvero difficile conservare libertà di pensiero e di giudizio. Sul piano della realtà e non su quello della propaganda, i giornali ci raccontano anche i tentativi diplomatici e di mediazione in corso.

L’Europa, a Versailles, ha drammaticamente fallito nell’ultimo vertice dei 27: non ha più vero spazio e prestigio per mediare fra Russia ed Ucraina, nonostante le pressioni e gli interessi di Macron e Scholz. I due presidenti hanno parlato al telefono ancora ieri con Mosca, senza risultati. È purtroppo mancato l’accordo sulla politica economica. È stata accantonata, se non bocciata, la riedizione del Recovery Plan, proposta dal nostro Draghi, da aggiornare per le pesantissime conseguenze economiche della guerra. Niente Eurobond, nessun acquisto comune di risorse energetiche, nessun passo concreto verso la difesa comune. Europa, dove sei?

Oggi Romano Prodi sul Messaggero, dando per scontata la scomparsa della Ue, sostiene che l’unica speranza per uno stop al conflitto è una trattativa diretta fra gli Stati Uniti e la Cina. Mentre torna la possibilità di colloqui a Gerusalemme, ospitati dal governo israeliano. Ieri in piazza a Firenze alla manifestazione degli italiani “non equidistanti” ha parlato “l’eroe mondiale” Volodymyr Zelensky in video-collegamento da Kiev. Domenico Quirico sulla Stampa spiega la preoccupante scelta putiniana di affiancare “mercenari siriani” ai soldati russi.

Sulla questione rincari, c’è da registrare una presa di posizione choc del ministro Roberto Cingolani sul prezzo della benzina. Secondo Cingolani i rincari alle pompe sarebbero ingiustificati e frutto di speculazione. L’esperto di energia Davide Tabarelli lo smentisce e racconta che ci sono cargo russi pieni di petrolio, in attesa nei nostri mari. Petrolio che nessuna compagnia petrolifera vuole comprare perché ha paura delle sanzioni.

Ecco dunque nella Versione domenicale alcuni dei principali articoli usciti nel fine settimana, che trovate integrali qui nei pdf.

Articoli di sabato 12 marzo

Articoli di domenica 13 marzo

L’APPELLO DEL PAPA PER LA PACE

In attesa dell’Angelus di oggi, ieri il Papa è tornato sulla vicenda della guerra con un tweet. Mimmo Muolo per Avvenire:  

«Il tweet di Francesco: «In nome di Dio, fermatevi! Pensate ai bambini». L'intervista del cardinale Pietro Parolin ai Media Vaticani: «Basta con lo scempio della guerra. Si avverte il bisogno di iniziative politico-diplomatiche di ampio respiro. La Santa Sede è disposta a fare tutto ciò che è possibile in questo senso». La giornata di ieri, sul fronte vaticano, è stata caratterizzata da questi due interventi, che confermano come la Santa Sede si stia muovendo su più piani per cercare una soluzione pacifica al sanguinoso conflitto in atti in Ucraina. Agli ripetuti e accorati appelli del Pontefice si aggiunge, infatti, da un lato un'incessante azione diplomatica, portata avanti dai Parolin e dai suoi collaboratori, primi tra tutti (in questa circostanza) i nunzi a Mosca e a Kiev, dall'altro l'aiuto umanitario testimoniato in questi giorni dalla doppia missione dei cardinali Konrad Krajewski e Michael Czerny in Polonia, Ungheria e Ucraina. (…) Colpisce soprattutto l'immagine a capo chino del Pontefice, con il volto profondamente rattristato, che accompagna il breve testo: «Mai la guerra! Pensate soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna: bambini morti, feriti, orfani; bambini che hanno come giocattoli residui bellici... In nome di Dio, fermatevi!».

Intervista di Andrea Tornielli per Vatican news con il cardinale Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. La trovate integrale qui. Ecco uno stralcio:

«Lei nei giorni scorsi ha avuto un colloquio telefonico con il Ministro degli Affari Esteri russo Lavrov. Che cosa vi siete detti?

Ho ripetuto l’appello del Papa per un immediato cessate il fuoco. Ho chiesto di porre fine ai combattimenti e di percorrere la via della soluzione negoziale al conflitto. Ho insistito sul rispetto della popolazione civile e sui corridoi umanitari. Ho anche ribadito, come già aveva fatto domenica scorsa il Papa all’Angelus, la totale disponibilità della Santa Sede per qualsiasi tipo di mediazione che possa favorire la pace in Ucraina (…)

Quale via si può percorrere che non sia soltanto quella che prevede l’eliminazione dell’altro?

La Dottrina sociale della Chiesa ha sempre riconosciuto la legittimità della resistenza armata di fronte a un’aggressione. Credo però che di fronte a quanto sta accadendo sia indispensabile chiederci: stiamo facendo tutto il possibile per raggiungere una tregua? Quella delle armi è l’unica via percorribile rimasta?».

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