I meriti del Processo Roma
Luci e ombre della Conferenza sulla migrazione. Il rischio del modello Libia. Parla Silvestri dell'Avsi. In Spagna vincono i popolari ma perde la destra. Colpita la Cattedrale di Odessa
La Conferenza di Roma ha almeno due meriti: affronta il tema del Mediterraneo e dello sviluppo attraverso un ponte con i Paesi arabi e africani. Tematizza la riposta alla migrazione, non chiudendo unicamente il discorso al blocco navale. Certo, sono bene comprensibili le critiche di Ong e di quella parte del volontariato che si occupa a tempo pieno dell’accoglienza dei migranti. Il grande rischio, come scrive anche Lucio Caracciolo sulla Stampa, è che le risorse finanziarie siano date dai Paesi europei a pioggia a quelli nordafricani, in cambio di un controllo, più o meno feroce e poliziesco, delle frontiere. È il tanto temuto “modello Libia” oggi improponibile dopo le denunce dell’Onu e di giornalisti coraggiosi come Sally Hayden e Nello Scavo. Giornalisti pluripremiati a livello internazionale, che hanno dimostrato soprusi, carcerazioni, torture… in sostanza negazioni continue dei diritti umani. Dipenderà dalle scelte europee (e dal Fondo Monetario), non fare della Tunisia la nuova Libia, in questa chiave. Papa Francesco sarà sempre molto attento a questo aspetto, come ha voluto ricordare anche ieri nell’Angelus. È giusto che lo sia anche il nostro governo che pure su Kais Saied oggi punta come principale interlocutore e partner. L’aspetto positivo dell’attivismo internazionale di Meloni sta proprio nell’aggiornamento (se non nel cambiamento) del sovranismo.
È ancora presto per dirlo ma il risultato elettorale spagnolo sembra andare proprio fatalmente nella stessa direzione. Bocciata la destra, impraticabile la maggioranza popolari-conservatori, le alternative restano: o nuove elezioni oppure un governo di convivenza, sul modello europeo, fra popolari e socialisti. Vedremo che cosa accadrà a Madrid, ma certo la sconfitta di Vox forse testimonia che si è aperta una nuova fase.
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