I nemici sono fantasmi
Non persone. La lezione della Resistenza e del 25 aprile. Vigilia dell'invasione a Rafah. Biden contro Putin: "Scontro di civiltà". Schlein sulla sanità. Bankitalia sul superbonus. Zuppi e il Rosario
Al di là della inevitabile retorica sul Paese antifascista e oltre la polemica su Antonio Scurati, il 25 Aprile di quest’anno incrocia nella realtà le divisioni e le discussioni sulla guerra in Medio Oriente. E anche le critiche alla gestione dei disordini in piazza delle ultime settimane. Ci sono timori infatti per quanto accadrà nelle manifestazioni di Roma e Milano. Alla vigilanza sugli antagonisti si aggiungono i “piani sicurezza” del Viminale per la presenza dei filopalestinesi e della Brigata ebraica. Giorgia Meloni è andata con Sergio Mattarella stamattina all’Altare della Patria. A me piace, in questa data, ricordare il sacrificio anonimo di tante persone giustiziate ormai 80 anni fa. Una lettura sempre commovente è quella delle Lettere dei condannati a morte della resistenza, edizioni Einaudi. Scrive ad esempio Renzo, un ignoto dall’Archivio dei corpi volontari della Libertà:
Cara nonna, so che per te sono stato il più caro nipote, ma Dio ci chiama al suo cospetto. La mia sorte, nonna, so che ti porterà un grande dolore, ma non disperare, avrai come consolazione il nipotino che nascerà dal ventre di mia zia... porta a lui ed ai primi nipoti lo stesso affetto che hai portato a me, amali fortemente, amali: solo cosi potrai ricordarti del tuo Renzo, nei momenti più lieti della sua vita. Ti lascio costernato anche di questo dolore che devo darti ma con animo sereno perché so che Dio mi accoglierà nelle sue braccia. Mia cara nonna ti lascio baciandoti caramente. Tuo per sempre Renzo.
L’ideologia ama combattere ed odiare i fantasmi, sostituendoli alle storie reali delle persone. Così come le guerre: in esse si uccidono i simboli, i Nemici, i Traditori. Se si guarda alla persona è difficile sparare, condannare, giustiziare. Per questo pace, perdono e riconciliazione restano più adeguati per tutte le donne e gli uomini invece della guerra, dell’odio e del rancore. Anche se oggi sembra (e si fa) il contrario.
In Terra Santa oggi appare impossibile una prospettiva di pace tra Israele e palestinesi. Sono passati 200 giorni dal 7 ottobre e si attende una nuova offensiva dell’esercito israeliano a Rafah, dove sono ammassati almeno un milione e trecentomila palestinesi. I piani militari sono pronti e manca solo l’ultimo ordine del premier Benjamin Netanyahu. Sarebbe anche stata già identificata una zona nel deserto dove piazzare le tende per i profughi. Negli Stati Uniti si discute della imponente mobilitazione degli studenti universitari a favore dei palestinesi che sta attraversando il Paese. L’analista della Cnn Fareed Zakaria oggi scrive che occorre “distinguere gli atti di antisemitismo dalla disapprovazione di gran parte del mondo all’operato del governo di Israele a Gaza”.
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