La Versione di Banfi

La Versione di Banfi

Share this post

La Versione di Banfi
La Versione di Banfi
"I popoli vogliono la pace"

"I popoli vogliono la pace"

Appello di Leone XIV ai grandi della Terra alla vigilia di Istanbul. Colloqui 3 anni dopo senza Putin e Trump, Zelensky "pronto a tutto". Nuova lite Meloni-Schlein. Inizia il Salone del libro a Torino

Avatar di Alessandro Banfi
Alessandro Banfi
mag 15, 2025
∙ A pagamento
1

Share this post

La Versione di Banfi
La Versione di Banfi
"I popoli vogliono la pace"
1
Condividi

«Perché questa pace si diffonda, io impiegherò ogni sforzo. La Santa Sede è a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace. I popoli vogliono la pace e io, col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo! La guerra non è mai inevitabile, le armi possono e devono tacere, perché non risolvono i problemi ma li aumentano; perché passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime; perché gli altri non sono anzitutto nemici, ma esseri umani: non cattivi da odiare, ma persone con cui parlare. Rifuggiamo le visioni manichee tipiche delle narrazioni violente, che dividono il mondo in buoni e cattivi».

Papa Leone XIV nell’udienza concessa ieri ai pellegrini del giubileo delle Chiese orientali (qui l’integrale) ha pronunciato parole chiarissime e drammatiche, mentre il mondo assiste sgomento alle accelerazioni e alle frenate dei Grandi della Terra per i colloqui che iniziano oggi a Istanbul sulla guerra in Ucraina. La profezia della pace di Francesco non cessa e anzi si proietta anche in questo nuovo pontificato. Il nuovo Papa, un “figlio di Agostino” combatte il manicheismo contemporaneo, così alimentato e diffuso dai social e contesta la guerra nella sua essenza: non riconoscere all’altro essere vivente la sua dignità umana.

Una dignità che non viene riconosciuta agli ucraini dagli aggressori russi. E non viene riconosciuta ogni giorno a Gaza. Ieri c’è stata una nuova strage di bambini fra le 80 vittime causate dall’esercito israeliano. Ha ragione il cardinal Pierbattista Pizzaballa, quando dice oggi ad Avvenire: “Il futuro dell’intero pianeta passa dalla Terra Santa”. Massimo Gramellini (non i commentatori ufficialmente cattolici, che in questi giorni è meglio non leggere) nota oggi acutamente sul Corriere: «Adesso che si comincia a vedere all’opera il nuovo Pontefice, si resta sorpresi dalla capacità del più longevo organo elettorale della storia, quello dei cardinali riuniti in Conclave, di alternare i caratteri dei prescelti. A un Papa estroverso e carismatico segue immancabilmente un Papa introverso e intellettuale che ne condivide le idee, però non il modo di esporle e di tradurle in pratica. Prevost promette di essere, rispetto a Bergoglio, quel che Montini fu rispetto a Roncalli e Ratzinger a Wojtyla: un discontinuo continuatore. E anche chi non crede all’intervento divino nella Cappella Sistina, deve arrendersi al mistero di questo ineffabile, ma si direbbe implacabile, bipolarismo dello Spirito Santo».

Se volete continuare a leggere, potete abbonarvi cliccando sul pulsante qui sotto:

Questo post è per abbonati a pagamento.

Già abbonato a pagamento? Accedi
© 2025 Alessandro Banfi
Privacy ∙ Condizioni ∙ Notifica di raccolta
Inizia a scrivere.Scarica l'app
Substack è la casa della grande cultura

Condividi