Il giorno della domanda
Giornata di preghiera e digiuno per la pace. Pizzaballa: "Il nostro grido di dolore a Dio". Il piano Usa per frenare Netanyahu. Biden domani a Gerusalemme. Varata la manovra, "seria e realistica"
Giornata di preghiera e di digiuno. Giornata di domanda a Dio per superare l’odio. L’iniziativa del neo cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, è stata fatta propria prima da tutta la Chiesa italiana e poi anche da papa Francesco nell’Angelus di domenica. Oggi coinvolgerà molte chiese, molte famiglie, molti singoli. Un gesto accorato, universale e insieme discreto. Si alza dalla terra martoriata di Israele e di Gaza, che conta migliaia di morti, un grido di dolore che si rivolge a Dio. Pizzaballa spiega ad Avvenire che sarebbe disposto ad offrire se stesso in cambio degli ostaggi rapiti dai terroristi di Hamas: sono 199, ha detto ieri il governo israeliano, fra cui un bambino di 9 mesi e tre ragazzi autistici. “Abbiamo il dovere di pregare, cioè di parlare a Dio, di ascoltarlo e di intercedere, perché Il Signore tocchi il cuore degli uomini che prendono le decisioni. Ripeto è l'unico strumento che abbiamo e credo che il Papa l'abbia espresso in maniera sintetica, ma mirabile, oltre che molto efficace”.
Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde: