La Versione di Banfi

La Versione di Banfi

Share this post

La Versione di Banfi
La Versione di Banfi
Il giorno della rappresaglia

Il giorno della rappresaglia

Pioggia di missili russi su tutte le città ucraine. 48 ore dopo l'attentato al ponte in Crimea, scatta la vendetta. Oggi G7 d'urgenza. Zelensky chiede nuove armi. Meloni al rush finale del governo

Avatar di Alessandro Banfi
Alessandro Banfi
ott 11, 2022
∙ A pagamento
1

Share this post

La Versione di Banfi
La Versione di Banfi
Il giorno della rappresaglia
Condividi

Ieri è stata la giornata peggiore dall’invasione russa dell’Ucraina. 48 ore dopo l’attacco al ponte della Crimea, Mosca ha reagito con un bombardamento intensissimo su tutte le città ucraine, Kiev compresa. 83 missili sono piovuti sul Paese nel 229esimo giorno di conflitto. È stato il lunedì della vendetta di Vladimir Putin. Come nota Zafesova sulla Stampa di oggi «stavolta le televisioni russe non nascondono nulla, non fingono di colpire “esclusivamente obiettivi militari” e mostrano trionfanti i bombardamenti, e i civili ucraini colpiti». L’Ucraina è sotto choc, qualche giornale riporta che i missili e i droni avrebbero anche sfiorato il presidente ucraino Zelensky. Il nuovo generale nominato dal Cremlino ha scelto il bombardamento massiccio in stile Siria. E c’è il sospetto che sia già previsto un ingresso aperto nel conflitto della stessa Bielorussia di Lukashenko. Oggi si riunisce d’urgenza il G7, vedremo, al di là della solidarietà atlantica, se ci saranno decisioni nuove. Zelensky ha chiesto a Biden maggiore difesa aerea per le sue città.

Mosca ha alzato ancora la tensione internazionale, proporio quando il presidente Joe Biden sembrava voler aprire una fase di trattative. Alberto Simoni sulla Stampa da Washington sostiene oggi che un filo di dialogo è rimasto in piedi in effetti fra Casa Bianca e Cremlino. E nota che l’attuale presidente deve anche tener conto del rivale Donald Trump e dei suoi interventi quotidiani a favore di un cessate il fuoco. Lucio Caracciolo, direttore di Limes, è pessimista: la guerra non accenna a fermarsi. Non solo noi italiani pagheremo un prezzo sempre più alto. Si chiede Caracciolo: “Forse il governo in formazione avrà il coraggio di dire le cose come stanno e non come vorremmo fossero?”.

Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde:

Questo post è per abbonati a pagamento.

Già abbonato a pagamento? Accedi
© 2025 Alessandro Banfi
Privacy ∙ Condizioni ∙ Notifica di raccolta
Inizia a scrivere.Scarica l'app
Substack è la casa della grande cultura

Condividi