Il grano è ancora fermo
Fumata nera da Ankara. Non c'è accordo fra Kiev e Mosca per sbloccare i cereali. Il Parlamento Ue vota il bando alle auto a benzina, diesel e Gpl dal 2035. Il rabbino capo lascia Mosca. Bonino: 5 Sì
Fumata nera da Ankara. Il grano resta ancora bloccato. Un piano ci sarebbe, ci lavorano anche le Nazioni Unite e la Turchia, che sta producendo la principale mediazione, lo trova “ragionevole”. Quello che manca è un accordo politico fra Mosca e Kiev. E ieri la conferenza stampa del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha confermato lo stallo ed è proseguito, a distanza, lo scambio di accuse col presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Come mostra bene la mappa della produzione, proposta stamattina dal Corriere della Sera, il grano ucraino, la cui coltivazione è distribuita su tutto il territorio ma a più alta densità proprio nella parte orientale del Paese oggi funestata dalla guerra, difficilmente può raggiungere il commercio internazionale senza passare da Odessa. A Kiev studiano da giorni un piano B che ipotizza lo sbocco del grano sul Mar nero attraverso il porto di Costanza in Romania: la strada del Danubio. Vedremo che cosa accadrà. È evidente che un eventuale accordo sul grano fra Ucraina e Russia potrebbe avere conseguenze positive anche sul versante di un cessate il fuoco. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan si gioca una partita diplomatica importante. Riempiendo un vuoto lasciato dall’Europa. Nonostante gli sforzi di Emmanuel Macron.
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