Il grano è in ostaggio
Fermo ad Odessa, secondo gli ucraini, per volere della Russia. Avanzata del Donbass. Parigi e Berlino: "Kiev nella Ue fra 20 anni". Polemica di Salvini sulla casa: teme Bruxelles. 30 anni da Capaci
Oggi entriamo nel quarto mese di guerra e la paura che il conflitto, scatenato dall’invasione russa, sia destinato a diventare lungo, e quasi endemico, angoscia. Sotto assedio è ora la città operaia di Severodonetsk, che si teme possa diventare la «nuova Mariupol». L’avanzata russa è lenta e punta alla conquista di tutto il Donbass. Ancora in forse il destino dei combattenti del battaglione Azov, oggi non si parla di scambio di prigionieri. In compenso il governo francese dice che l’Ucraina potrà entrare nell’Ue non prima di 15 o 20 anni, raffreddando l’entusiasmo italiano espresso nel summit di Torino, alla Reggia di Venaria. La Turchia ha ottenuto promesse sul contrasto al Pkk curdo: anche sul fonte dell’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato si sta trattando. Ma la nuova grande emergenza causata dal conflitto si dimostra sempre più la carestia del grano. Kiev adesso lancia un appello perché i russi sblocchino le riserve ferme ad Odessa.
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