"Il Libano come Gaza"
Netanyahu prevede la "distruzione" e vuole parlare con Biden. Aggredita troupe Rai in Libano, morto un collaboratore. Governo sconfitto sulla Consulta. Più tasse per le case del 110%
Sulle mappe dei potenti il nuovo ordine è sempre presentato come facilmente raggiungibile: una linea sulla cartina. Poi la realtà è sempre diversa. Ieri un tragico episodio ce lo ha ricordato. Una troupe del Tg3 della Rai guidata dall’inviata Lucia Goracci è stata aggredita in Libano dal parente di due donne uccise nei raid israeliani. La pesante aggressione alla fine è costata la vita ad un collaboratore locale della Rai, che da anni con prudenza e saggezza accompagnava i giornalisti nella zona. È stato colpito da un infarto e non è stato possibile salvarlo. Intanto le notizie dal Medio Oriente riferiscono di una esplicita minaccia di Benjamin Netanyahu che paragona il Libano a Gaza e invita la popolazione a schierarsi contro gli hezbollah per evitare “la distruzione”. Il premier israeliano ha fermato anche il Ministro della Difesa Yoav Gallant che doveva recarsi negli Stati Uniti. E forse otterrà un colloquio diretto con il presidente Usa Joe Biden, con cui non parla dalla fine di agosto. Tema: la guerra all’Iran.
Francesca Mannocchi sulla Stampa racconta delle aspirazioni alla Grande Israele, scatenate nei gruppi fondamentalisti dall’offensiva di terra in Libano. Mentre Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera critica le scelte di politica estera di Joe Biden: la diplomazia Usa ha fallito sia sull’Ucraina che sul Medio Oriente e questi due conflitti rischiano di segnare per sempre la fine della sua presidenza. A proposito di elezioni Usa, uno dei due giornalisti del Watergate, Bob Woodward, ha appena pubblicato un libro (titolo War) in cui accusa Donald Trump di avere avuto continui colloqui e contatti con Vladimir Putin, anche dopo la sua uscita dalla Casa Bianca. La nostra Giorgia Meloni, esclusa dai colloqui pre Ramstein, riceverà a sorpresa Volodymyr Zelensky. Mentre Viktor Orbán a Bruxelles, presentando la sua presidenza Ue, ha ribadito che non ci sarà la vittoria finale di Kiev.
In Italia tiene banco la sconfitta parlamentare della maggioranza nel tentativo di eleggere un nuovo membro della Corte. Ieri l’opposizione è stata compatta nell’uscire dall’aula e i partiti di governo hanno preferito a quel punto votare scheda bianca. Meloni ha fatto sapere che tenterà di nuovo, forse tutte le settimane. Sul fronte della prossima manovra di bilancio, la novità di oggi è che le risorse necessarie potrebbero venire dall’aggiornamento catastale (con conseguente maggioranza dell’Imu) per le case ristrutturate col 110 per cento.
Condanna in primo grado per i Pm, allora milanesi, dell’inchiesta Eni Nigeria, Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro. Il motivo è grave: avrebbero omesso o non considerato delle prove che scagionavano i loro imputati.
La Versione si conclude, fra l’altro, con la magnifica storia dell’unico prete cattolico in Bhutan: un gesuita che celebra la messa nelle case private (unico luogo dove è permesso) per i 200 fedeli del posto. Il suo incontro casuale con Madre Teresa di Calcutta gli ha segnato l’intera esistenza.
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LA FOTO DEL GIORNO
Il fermo immagine è preso dal Tg3 delle 12 di ieri. È stata aggredita una troupe del Tg3 in missione in Libano. L’aggressione è costata la vita al collaboratore locale della Rai Ahmad Akil Hamzeh, colpito da infarto. Si è trattato di un gesto di collera da parte dei familiari di due donne uccise nei raid israeliani.
Fonte: TG3 RAI
Vediamo i titoli sui giornali di oggi.
LE PRIME PAGINE
Questioni italiane in primo piano. Con il Corriere della Sera che annuncia: Consulta, a vuoto l’elezione. Il Domani conferma: Consulta, Meloni fallisce la spallata. L’opposizione unita blocca la destra. Mentre il Manifesto allude a Meloni quando titola: Ha tentato. La Repubblica si concentra sulla manovra: Bonus casa, arriva la tassa. Così come La Stampa: «Tasse sulle case del superbonus». Il Sole 24 Ore dettaglia ancora meglio: Catasto, caccia alle case fantasma e a chi ha utilizzato i superbonus. Il Messaggero spiega: «Superbonus, rendite più alte». Mentre Il Giornale resta prudente: Casa, nuove regole per il catasto. Libero critica l’opposizione: Neuropatrimoniale Pd. Il Fatto è ancora contro Nordio: «Con questa riforma niente inchiesta Toti». Mentre La Verità torna sulla pandemia: I parenti delle vittime processano Conte. Unico giornale a sottolineare i dati del Viminale sui giovani è Avvenire: Minorenni sul filo.
NETANYAHU AVVERTE: LIBANO COME GAZA
Il premier israeliano minaccia di occupare il Sud del Libano in modo permanente. Poi blocca la missione del ministro della Difesa Galant a Washington. E chiede un colloquio con Biden, non si parlano da agosto. Davide Frattini per il Corriere.
AGGREDITA TROUPE DEL TG3, MORTO UN COLLABORATORE
Aggressione alla troupe Rai in Libano tra Beirut e Sidone: il collaboratore dell’azienda colpito da infarto. Illesi l’inviata Goracci, l’operatore e il producer. La rabbia scatenata dal parente di due donne uccise nei raid. La cronaca è del Corriere.
“NOI CRISTIANI DISARMATI IN CISGIORDANIA”
La testimonianza a Betlemme raccolta da Lucia Capuzzi per Avvenire. “Resistiamo all’occupazione senza cadere nella trappola della vendetta”. L’esperienza della Tenda per le Nazioni.
“IO INFERMIERA A GAZA SCELGO CHI CURARE”
Il racconto di una donna italiana che lavora per Medici senza frontiere a Gaza. “Spesso dobbiamo scegliere fra i pazienti chi ha più chance di sopravvivere”. Da La Stampa.
IL DISEGNO DELLA GRANDE ISRAELE
L’invasione militare del Libano risveglia una corrente estremista fra i gruppi sionisti religiosi, secondo la quale “gli arabi devono pagare con la terra”. L’obiettivo è l’occupazione del suolo per “espandere gli insediamenti”. Il reportage è di Francesca Mannocchi per la Stampa.
UCRAINA E ISRAELE, IL FALLIMENTO DI BIDEN
Circostanziato editoriale di Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera. Sostiene che il fallimento della diplomazia statunitense nella gestione dei conflitti è evidente. Al punto che Joe Biden ricorda ormai Jimmy Carter.
IRAN, PARLA LA NOBEL DAL CARCERE
Greta Privitera ha intervistato via lettera la premio Nobel per la pace 2023 Narges Mohammadi, che è ancora in carcere. Dice: “Odio sia la guerra, sia la tirannia”.
ORBÁN SI PRESENTA ALLA UE
Il presidente ungherese Viktor Orbán si presenta a Bruxelles con il programma della presidenza di turno. Convergenze su migranti e austerità. Ma sull’Ucraina avverte: la guerra non può essere vinta. Beda Romano per il Sole 24 Ore.
WOODWARD CONTRO TRUMP
In un libro rivelazione Bob Woodward, cronista del Watergate, rivela che Donald Trump ha continuato a mantenere i contatti con Vladimir Putin, anche una volta lasciata la Casa Bianca. Paolo Mastrolilli per Repubblica.
QUIRICO: VIVIAMO L’ERA DEL CASTIGO
Analisi di Domenico Quirico per la Stampa. Scrive: viviamo l’era del castigo. E si chiede: “Qual è la differenza tra punizione e vendetta?”. San Tommaso d’Aquino aveva provato a rispondere.
MAGGIORANZA SCONFITTA SULLA CONSULTA
Veniamo alle vicende italiane. Ennesima fumata nera ieri delle Camere nel tentativo andato a vuoto di eleggere un giudice costituzionale. L’opposizione diserta l’Aula e la maggioranza preferisce votare scheda bianca. L’ira di Giorgia Meloni. La cronaca è di Paola Di Caro per il Corriere.
CROSETTO ASSENTE AI CDM, IL GIALLO CHE INQUIETA
Il ministro della Difesa Guido Crosetto diserterebbe da tempo le riunioni del Consiglio dei ministri. Forse per il contrasto sulla gestione dei servizi segreti con Alfredo Mantovano. Il retroscena è di Francesco Verderami per il Corriere.
NELLA MANOVRA SPUNTA LA TASSA SUL SUPERBONUS
Revisione catastale, con conseguente aumento dell’Imu per gli immobili che hanno sfruttato il 110 per cento. Sarebbe questa una delle soluzioni trovate per raccogliere i miliardi che mancano alla manovra di bilancio. Mario Sensini per il Corriere.
NEL CASO ENI NIGERIA I PM AVEVANO NASCOSTO DELLE PROVE
Condanna in primo grado per due Pm, allora di Milano, Fabio de Pasquale e Sergio Spadaro, che nell’inchiesta su Eni-Nigeria avrebbero omesso o non considerato delle prove che scagionavano gli inquisiti. Sandro De Riccardis per Repubblica.
ESPULSO L’IMAM DI BOLOGNA
Decreto del Viminale contro Zulfiqar Khan, l’imam pachistano della moschea di Bologna: perché accusato di avere una rilevante pericolosità per la sicurezza nazionale. Esulta la Lega. Il legale del religioso radicalizzato dice: così si torna a uno Stato di Polizia. Le ammissioni dell’imam in un video sui social dello scorso aprile. Vincenzo R. Spagnolo per Avvenire.
I BAMBINI SONO BERSAGLI NELLA RETE
Boom dei reati contro i minori. Le aggressioni contro bimbi e ragazzi avvengono spesso in un ambiente virtuale: pedopornografia online e cyberbullismo sono una piaga diffusa. I dati del Viminale rielaborati dalla Fondazione Terre des Hommes. L’articolo è di Avvenire.
IL NOBEL DELLA FISICA E L’ALLARME SULL’ AI
Nobel della Fisica al contestatore dell’Intelligenza Artificiale Geoffrey Hinton e a John Hopfied per gli studi sull'apprendimento dei Personal Computer. Gabriele Beccaria per La Stampa.
MÉLENCHON PERDE CONTRO IL NUOVO GOVERNO
Le altre notizie dall’estero. Come previsto da tempo, la sinistra di Jean Luc Mélenchon raccoglie solo pochi voti all’Assemblea Nazionale nel tentativo di sfiduciare il nuovo governo francese di Michel Barnier. Che ora dovrà presentare le sue riforme. Stefano Montefiori per il Corriere.
STORIA DELL’UNICO PRETE CATTOLICO IN BHUTAN
Intervista con Kinsley Tshering, gesuita, il solo sacerdote nella storia della Chiesa a essere presente nel Paese ai piedi dell’Himalaya. L’ incontro decisivo con Madre Teresa. Riunisce i 200 fedeli nelle case, dove la Messa è permessa. Andrea Galli per Avvenire.
IL BALDACCHINO DEL BERNINI TORNA ALLO SPLENDORE ORIGINARIO
Fine del restauro e nuova vita per il Baldacchino in bronzo che copre l’altare principale della Basilica di san Pietro. Il Cardinal Gambetti annuncia la nuova inaugurazione per il 27 ottobre. Mimmo Muolo per Avvenire.
KATE WINSLET INTERPRETA LA FOTOGRAFA DI GUERRA LEE MILLER
Un’altra interessante bio-pic nelle novità del cinema d’autunno. Kate Winslet porta sugli schermi la storia della fotoreporter (e prima modella) americana Lee Miller. Dice l’attrice, in questo caso anche autrice e produttrice della pellicola: «Lei puntava l’obiettivo non su quello che gli uomini di solito fotografavano, i soldati e la battaglia, ma su ciò che era nascosto dietro le quinte, immortalando soprattutto le vittime». Alessandra De Luca per Avvenire.