Il Mes è sulla scena
Scontro nel centrodestra sul salva Stati. Realtà o propaganda? Migranti, veglia con Zuppi: "Essere salvati è un diritto". Arrestati Minenna e Pini per le mascherine anti Covid. Il Papa e gli artisti
Il destino ha voluto che fosse Seneca a fare la morale della giornata. “Ambitio et luxuria et inpotentia scaenam desiderant” diceva la versione latina sottoposta ai candidati della Maturità. “L’ambizione, la dissolutezza e la sfrenatezza desiderano un palcoscenico”. È il ricatto dell’immagine che finisce per diventare un problema. Ai tempi di Nerone e anche ai giorni nostri. La vicenda del Mes, il fondo europeo salva Stati, rappresenta la prigione retorica in cui sono finiti gli stessi protagonisti della politica italiana. Come ha scritto nel parere tecnico al Parlamento il Ministero dell’Economia, il Meccanismo europeo non è affatto un danno per le nostre casse. Anzi. La sua ratifica aiuterebbe la nostra raccolta finanziaria. Solo che per mesi e mesi Matteo Salvini e Giorgia Meloni lo hanno messo sul “palcoscenico” della propaganda come la grande colpa della cattiva Europa. Ora che fra un anno si vota per le Europee, non vogliono perdere i voti di quegli euroscettici che hanno assecondato, in una visione forzata e un po’ manichea di questa vicenda. Soprattutto quando si governa, l’interesse nazionale dovrebbe prevalere. Da qui lo scontro interno alla maggioranza e i contrasti che hanno portato ieri allo slittamento di un Consiglio dei Ministri già in calendario. Giorgia Meloni sarà così saggia da rinunciare alla “scaenam”? Speriamo.
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