Il Papa in laguna
Mattina indimenticabile per Venezia, visitata da Francesco. Tappe alla Giudecca, alla salute coi giovani e a San Marco. Meloni si candida ovunque: "Scrivete Giorgia". Anche Elly mette il faccione
È stata una domenica mattina di immagini e parole davvero uniche nella cornice della laguna di Venezia. Papa Francesco ieri ha compiuto una visita lampo per certi versi indimenticabile e certo molto suggestiva. È stata anche la prima volta che un pontefice romano ha visitato un pezzo della Biennale d’Arte di Venezia, che dalla fine dell’Ottocento ogni due anni attira migliaia di persone. Per chi si fosse perso dirette tv e instagram vari ecco qui il programma con tutti gli appuntamenti della visita dal sito vaticano dove trovare immagini, video e tutti i discorsi integrali del Papa. Il primo appuntamento è stato proprio al carcere della Giudecca, dove Bergoglio ha incontrato tutte le detenute (vedi Foto del Giorno), poi l’incontro con i giovani alla Salute e quindi il bagno di folla (diecimila persone) in piazza San Marco. Tre i messaggi forti in estrema sintesi. Quello sulla «dignità» umana che non può venir mai meno anche in carcere, di cui l’arte è una potente testimonianza. Quello ai giovani esortati ad «alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano». E quello su Venezia stessa «chiamata a essere segno di bellezza accessibile a tutti, a partire dagli ultimi, segno di fraternità e di cura per la nostra casa comune».
Giorgia Meloni chiede il plebiscito su di sé. Non ci sarà bisogno neanche di scrivere il cognome: “Scrivete Giorgia sulla scheda”, dice nel comizio alla Convention di Pescara, dove conferma quanto scritto come indiscrezione per settimane. La premier si presenterà ovunque in Italia, in tutte le circoscrizioni come capolista di Fratelli d’Italia. Un maxi referendum nel suo nome. Come solo Silvio Berlusconi, da premier, aveva fatto nel passato. Ma che patto è con gli elettori? Che promessa è? Ha ragione Massimo Cacciari quando dice che si tratta di marketing applicato alla politica, che è la vittoria postuma del berlusconismo. (E d’altra parte Elly Schlein avrebbe voluto il suo nome nel simbolo del partito e metterà il suo faccione nei manifesti del Pd).
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