Il pretesto per la guerra
Ieri grande tensione in Donbass: un colpo di mortaio raggiunge un asilo e scatena accuse reciproche fra filo russi e ucraini. Draghi a Mosca per una mediazione? Ma a Roma è quasi crisi di governo
Come dice il premier inglese Boris Johnson, tutti temono “il pretesto”, l’incidente, il “casus belli”, antico come la guerra. Ieri è stata una giornata di grande tensione per la vicenda ucraina. Nel Donbass ci sono state diverse violazioni del cessate il fuoco sia da parte dei filo russi che da parte degli ucraini: un colpo di mortaio ha fatto cadere il muro di un asilo, per fortuna senza fare vittime. Il presidente Usa Biden ha annunciato di nuovo che è “imminente” un attacco russo. Mentre la Federazione Russa ha consegnato un documento diplomatico di risposta agli Usa e alla Ue in 11 punti, in cui si ribadisce che l’Ucraina non deve entrare nella Nato. Dopo i tentativi di Macron e di Scholz, sarà il nostro Draghi a provare una mediazione fra Zelensky e Putin: ieri Di Maio ha visto Lavrov a Mosca e presto il premier potrebbe recarsi anche lui in Russia. Manifestazione ieri in piazza a Roma per la pace, organizzata da Sant’Egidio, mentre a Milano sono stati gli imprenditori a chiedere distensione e cooperazione economica con i russi. L’oro, come sempre quando cresce la tensione bellica, è ai massimi.
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