"Il secolo turco"
Erdogan ottiene il terzo mandato di Presidente della Turchia. Un avvertimento per l'Occidente. Pnrr, Bruxelles dialoga con Roma. Alluvione: concertone a fine giugno. Don Milani divide ancora
Gli analisti più attenti lo avevano ampiamente previsto, anche quando la stampa occidentale immaginava l’opposto: Recep Tayyip Erdogan è per il terzo mandato consecutivo presidente della Turchia. Ieri il secondo turno delle elezioni presidenziali ha sancito la sua affermazione. Sono elezioni che ci riguardano molto più di quello che pensiamo, e non solo perché di fatto i turchi sono diventati controllori della Libia, ad un braccio di mare dalla Sicilia. Ma perché l’ambizione ottomana di muoversi fra le potenze con una certa libertà potrebbe colpire, come è già accaduto, gli interessi italiani ed europei. Lui, Erdogan, nella prima dichiarazione dopo la vittoria elettorale, ha parlato di “secolo turco”. È un dato di fatto che oggi la Turchia è nella Nato ma non ha aderito alle sanzioni contro Mosca, ed è stato l’unico soggetto della diplomazia internazionale (oltre al Vaticano per gli aspetti umanitari) a raggiungere concretamente un accordo fra Ucraina e Russia, in questo anno di guerra, proprio sul tema del grano. Per di più coinvolgendo le Nazioni Unite. Lucio Caracciolo scrive oggi su Repubblica: “Nel triangolo Stati Uniti-Cina-Russia Erdogan si muove da elettrone libero”. Forse il nostro non sarà davvero un secolo turco, ma sarebbe sbagliato sottovalutare l’impatto di questa rielezione, che mette in ansia l’Occidente.
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